Ciao,
sono Ivo Silvestro e questa è la 32ª edizione della mia newsletter. Oggi parliamo di architettura, le parole d’odio di Mussolini, pregiudizi scientifici ed emergenze pediatriche.
Ma prima una foto: due cigni a zonzo in Camargue.1
Appunti di viaggio
Questa settimana sono in vacanza nel Sud della Francia – ho quindi avuto poco tempo per leggere o ascoltare cose.2 Ma non voglio trasformare questa edizione della newsletter in un diario delle vacanze, di quelli in cui dico che Aigues-Mortes è molto bella ma un po’ troppo turistica e all’Espace Van Gogh di Arles – dove il pittore venne ricoverato dopo “l’incidente” dell’orecchio – si mangiano delle ottime crêpe.
Due piccole esperienze però le voglio raccontare.
Nella visita ad Arles ho voluto includere il centro culturale Luma. Tutto quello che sapevo è che c’era una torre progettata da Frank Gehry (quello dei “palazzi storti”) e che Mario Timbal, attuale direttore della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana, aveva lasciato il Locarno Film Festival per andare a fare il direttore operativo della Fondazione Luma.
Che cosa ho trovato? Intanto un parco urbano veramente ben tenuto e liberamente accessibile a tutti, uno spazio accogliente e stimolante – penso che d’estate, o comunque in momenti che non siano un giorno infrasettimanale di aprile, i vari padiglioni accolgano diversi eventi.
Ma la vera sorpresa è stata la torre. A dispetto della struttura indubbiamente strana, gli spazi interni sono funzionali e molto belli, con scorci inattesi e panoramici.
All’interno vi sono diversi spazi espositivi, due grandi scivoli che vanno dal secondo livello al piano terra oltre a una biblioteca (che non ho visitato) e diversi spazi espositivi – ma delle esposizioni in corso non dirò, in parte perché le ho visitate un po’ di fretta, un po’ perché preferisco concentrarmi sullo spazio.
La seconda esperienza è stata a Marsiglia. La nostra meta era l’Unité d'habitation di Le Corbusier, ma per raggiungerla siamo passati dal centro e mi ha sorpreso vedere la zona del vecchio porto con numerosi edifici moderni. Non ho avuto modo di scoprire i dettagli dell’intervento urbanistico che immagino abbia una decina d’anni, ma l’impressione è stata molto positiva.
Quanto all’edificio di Le Corbusier, a settant’anni di distanza l’architettura lascia ancora senza fiato, soprattutto la terrazza del nono piano.
Ma a sorprendere ancora è l’idea non di costruire delle semplici case popolari, ma un vero e proprio “villaggio in verticale” con un edificio che ospita non solo case ma anche i servizi essenziali. Idea che oggi ritroviamo con l’idea della “città a 15 minuti”, ovvero nel poter svolgere nel proprio quartiere le principali attività (pensiamo a negozi, medici e farmacie ma anche parchi, biblioteche…) senza doversi spostare per lunghe distanze. Questa idea pare l’ultima moda dell’urbanistica (e sta anche attirando diverse teorie del complotto, ma di questo magari parleremo un’altra volta), ma c’era tutto lì.
Tuttavia dell’Unité d’habitation vanno dette due cose. La prima è che sollevare l’edificio su pilastri oggi non significa creare uno spazio di incontro, ma un posteggio per scooter e biciclette. La seconda è che oggi, in quell’edificio, abitano persone di classe medio-alta. Probabilmente le stesse che frequentano la zona del rinnovato centro di Marsiglia.
Il libro della settimana
Mi piace molto la fantascienza. E adoro Asimov. Ma non so perché questo romanzo mi era sfuggito e l’ho letto solo recentemente.
La fine dell’eternità è stato scritto nel 1955 e parla di viaggi nel tempo. Abbiamo i consueti paradossi – Tizio deve andare nel passato per fare qualcosa che è già stato fatto… – , abbiamo una storia d’amore ma soprattutto abbiamo gli Eterni, una casta che si sposta tra i secoli per cambiare la storia secondo quello che ritiene il miglior sistema possibile.
È un’idea incredibilmente interessante e che Asimov svolge al solito in maniera magistrale, descrivendo gli effetti che un simile potere – di fatto decidere chi e cosa può esistere – può avere su un gruppo ristretto di uomini (gli Eterni sono tutti maschi e non è, come può apparire nelle prime pagine, il solito sessismo implicito degli anni Cinquanta). Ma il tema è anche interessante dal punto di vista filosofico; in un certo senso è un’anticipazione del dibattito sul lungoterminismo, del quale avevo scritto sul blog e accennato nell’ultima newsletter.
E per finire…
La scienza è sessista e razzista? Non sono sicuro che lo sia “intrinsecamente”, ovvero in quanto l’idea di una conoscenza oggettiva rispecchi il modo di pensare occidentale. Ma certamente lo è in maniera “accidentale”, in quanto fino a oggi è stata fatta perlopiù da maschi di origine europea, con tutti i pregiudizi del caso. Su The Conversation Rui Diogo fa un lungo e un po’ deprimente elenco di razzismi e sessismi che ancora oggi troviamo nella scienza, a livello di ricerca e di comunicazione. A margine: il modo migliore per dimostrare che la scienza non è intrinsecamente razzista e sessista è impegnarsi a costruire una scienza in cui non rappresentiamo l’evoluzione come un percorso lineare che porta all’uomo bianco civilizzato o che un dente fossile preistorico non venga “casualmente” attribuito a un ragazzo anziché a una ragazza (come poi si è scoperto essere il caso).
Gli Stati Uniti sono quel Paese dove le associazioni pediatriche si devono preoccupare di dove gli adulti tengono le armi:
Nel caso ve lo stiate chiedendo: sì, negli Stati Uniti le armi da fuoco sono la prima causa di morte tra i minori, seppure con grosse differenze geografiche. Del resto, le armi da fuoco (firearms) sono una delle cinque effe che caratterizzano il sistema di valori dei conservatori (le altre sono la fede, la famiglia le forze armate e il free market).
Dire che Mussolini ha fatto anche cose buone è ormai una frase vuota e quasi una caricatura di discorso fascista, come il “ho tanti amici neri/ebrei/omosessuali/…” lo è dei discorsi razzisti. Meno banale la tesi che Mussolini non fosse antisemita di suo ma lo fosse diventato sotto l’influenza di Hitler. Ora, a parte che non mi pare granché come difesa – assolvereste un rapinatore perché l’idea di entrare in banca con una pistola l’ha avuta un suo amico? –, la tesi è semplicemente falsa. E lo mostra Luigi Spagnolo in un interessante articolo sulle parole d’odio del giovane Mussolini – lo si trova sul sito della Treccani. Ma sul tema segnalo anche i bei lavori di Francesco Cassata, tra cui il saggio «La difesa della razza». Politica, ideologia e immagine del razzismo fascista (che temo fuori commercio).
Questa edizione della newsletter finisce qui; se vi è piaciuta potete consigliarla o condividerla con altre persone…
… e volendo potete anche fare una piccola donazione:
Ci leggiamo tra sette giorni.
Ho visto anche diversi fenicotteri, ma sarebbero stato troppo scontato metterli.
Gli spostamenti in auto sono stati accompagnati dagli audiolibri della saga di Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo: l’impressione iniziale è quella di una copia di Harry Potter con la mitologia greca al posto della stregoneria, ma in realtà la storia si evolve in maniera interessante e per certi versi inaspettata, pur restando nell’ambito della narrativa per ragazzi.
L'idea dei servizi nello stesso edificio delle abitazioni fu ripresa da Mario Fiorentino a Corviale negli anni settanta https://it.wikipedia.org/wiki/Corviale?wprov=sfla1, ma lì l'istituto case popolari non fu in grado di gestire la cosa, gli spazi vennero occupati e fu un disastro.
Magari in Francia le cose funzionano meglio; anche se già nel 1977 quando vidi l'Unité c'erano quasi solo attività professionali e gente se non agiata comunque non da case popolari