Ciao,
sono Ivo Silvestro e questa è la 85ª edizione della mia newsletter settimanale di segnalazioni e riflessioni.
Oggi parliamo di divieti di fumo, di opere fantasma di Kant e di poeti che protestano.
Ma prima una foto: la vista dalla Capanna Monte Bar, raggiunta domenica scorsa dopo una pedalata di una dozzina di chilometri (e 890 metri di dislivello).1
Tira una brutta aria
Nel Regno Unito si vogliono mettere al bando le sigarette per le persone nate dopo il 2009. O meglio: lo vuole il primo ministro conservatore Rishi Sunak, con la contrarietà del suo partito e il sostegno dell’opposizione, e la legge riguarda la vendita di sigarette, non il fatto di fumare.
È strano che una proposta simile arrivi da un conservatore? Forse sì, ma la coerenza dei partiti politici – o meglio i modi in cui si applicano i principi che si afferma di sostenere – mi interessa fino a un certo punto. Certo è curioso che proprio Sunak abbia affossato, pochi mesi fa, una norma simile sul cibo spazzatura,2 ma secondo il primo ministro le patatine fritte possono far parte di in una dieta bilanciata, mentre il fumo fa sempre male.
Prima di proseguire, qualche premessa.
La prima è che certamente il fumo fa male: secondo il Tobacco Atlas, parliamo di oltre 8 milioni di morti l’anno e una media di dieci anni di vita persi per fumatore.
La seconda premessa è che sono tendenzialmente contrario ai divieti. Un po’ perché non sempre funzionano – e penso sia lecito avere dubbi sull’efficacia della proposta britannica. Ma sono tendenzialmente contrario ai divieti soprattutto perché la mia idea di libertà include anche la libertà di farsi del male, una volta informati delle conseguenze. Certo, questo discorso non riguarda il fumo passivo – responsabile, sempre secondo il Tobacco Atlas, di una parte non trascurabile di quelle vittime –, per cui ben vengano i divieti di fumo nei luoghi pubblici. Ma parliamo di divieti che hanno come scopo principale quello di proteggere persone “innocenti” e al massimo presentano come “effetto collaterale” quello di ridurre il numero dei fumatori. Diverso ancora il caso di minorenni.
Qui Sunak vuole andare dalle persone nate dopo il 2009 e dire loro che, anche se sono maggiorenni, non possono comprare sigarette.
Quando ho dubbi su siutuazioni simili, vado sempre a rileggermi Sulla libertà di John Stuart Mill.
Apparentemente ci sono pochi dubbi:3
L’unico scopo che autorizzi l’esercizio del potere nei confronti di un qualsiasi membro di una comunità civile contro la sua volontà, è quello di evitare un danno agli altri. A un’autorizzazione del genere, il bene personale dell’individuo, fisico o morale che sia, non basta. Non si può costringere legittimamente qualcuno a fare o a non fare qualcosa, spiegandogli che sarebbe meglio per lui agire in quel certo modo, che lo renderebbe più felice, che agire così e così apparirebbe saggio o addirittura giusto agli occhi degli altri. Tutte queste son delle buone ragioni per muovergli delle obiezioni, per invitarlo a discuterne, per persuaderlo oppure per supplicarlo: ma non per costringerlo o per fargli del male nel caso agisca diversamente.
Ma questo è il primo capitolo; nel resto del libro Mill discute come applicare questo principio. C’è qualche passaggio che potrebbe applicarsi al caso del fumo e giustificare un simile divieto?
Forse.
Se un agente in servizio, o chiunque altro, si accorgesse che una persona sta per attraversare un ponte dichiarato pericolante, e non ci fosse abbastanza tempo per avvertirla del pericolo, potrebbe agguantarla e tirarla indietro a forza senza ledere realmente la sua libertà, dato che la libertà consiste nel fare ciò che si desidera, e quella persona non desidera certo cascare nel fiume.
Il punto secondo me importante è “la libertà consiste nel fare ciò che si desidera”. Si potrebbe infatti argomentare che, dal momento che la nicotina provoca una forte dipendenza, chi fuma in realtà non desidera veramente farlo.
Dubito che Mill approverebbe questa interpretazione4 che anche a me appare forzata. Per coerenza, inoltre, questo ragionamento andrebbe applicato a tutte le sostanze che creano dipendenza, alcol incluso. Dubito che Sunak – ma direi qualsiasi altro politico occidentale – voglia proibire vino e birra, o anche solo i superalcolici, ai nati dopo il 2009.
Ho l’impressione che, alla base di questa proposta, vi siano due fattori: l’industria del tabacco pronta a convertirsi alle sigarette elettroniche e quindi ad abbandonare le sigarette tradizionali; il fatto che a fumare siano soprattutto persone con basso status socioeconomico.
In poche parole
Nel 1790 Immanuel Kant scrisse la Kritik der Urteilskraft, opera che grosso modo si occupa di estetica e che solitamente viene tradotta come Critica del giudizio. Alcune traduzioni recenti rendono il titolo più correttamente come Critica della facoltà di giudizio, e questo non solo in italiano ma anche in inglese (e probabilmente in altre lingue): Critique of Judgment e Critique of the Power of Judgment.
La cosa divertente è che ho chiesto a ChatGPT di elencarmi le opere di Kant e mi son ritrovato quei due titoli come se si treattasse di due opere diverse. Ho chiesto ulteriori dettagli, scoprendo che “entrambe queste opere sono fondamentali per comprendere la filosofia di Kant”. Il fatto che entrambe fossero uscite lo stesso anno non doveva preoccuparmi perché “potrebbe esserci stata una pressante necessità editoriale o finanziaria per pubblicare entrambe le opere in tempi ravvicinati”.
Molto divertente – non fosse che, se non conoscessi abbastanza bene la storia della filosofia, avrei tranquillamente potuto prendere per buona questa informazione. Prossima volta vado su Wikipedia.
La volta scorsa avevo accennato alla conferenza della linguista Bender e del fatto che alla fine il significato dei testi prodotti da ChatGPT ce lo mettiamo noi.
Gary Marcus riprende un bel parallelo tra gli utenti di queste intelligenze artificiali che scrivono cose e il pubblico delle sedute spiritiche pubbliche.5 Sarebbe insomma un caso di mentalismo e cold reading.
Il poeta ticinese Fabio Pusterla ha deciso di dimettersi dall’associazione Autrici e autori svizzeri – e l’ha fatto con una poesia, accompagnata da una nota nella quale si spiega che tutto è nato da una comunicazione del presidente dell’associazione nella quale “informava i suoi membri di non avere nessuna intenzione di assumere una posizione politica circa la situazione nel Medio Oriente”.
Ne ho scritto un commento,6 forse un po’ retorico ma nel quale faccio un po’ di storia delle società di scrittori svizzere – e le posizioni sostenute dalla Società svizzera degli Scrittori sono persino peggiori di quelle brevemente tratteggiate nel mio pezzo, come raccontato nel Dizionario storico della Svizzera – e chiudo con quella che dovrebbe essere una banalità: se decidi di citare dei valori nei tuoi “documenti fondativi”, poi dovresti avere la coerenza di applicarli. Nello scrivere quella parte non pensavo solo agli statuti di una associazione di scrittori, che tutto sommato può dignitosamente limitarsi a curare gli interessi dei suoi membri, ma alle carte fondamentali di Paesi e istituzioni internazionali, con i loro diritti che quasi mai valgono per tutte e tutti.
Seguire una ricetta può essere frustrante, con quelle indicazioni che, per essere interpretate nella loro vaghezza, presuppongono competenze gastronomiche che non tutti hanno. Ma alla fine è la vita a essere vaga e la ricetta è un argine imperfetto a questa indeterminatezza – soprattutto se ti ostini a non voler usare una bilancia come capita negli Stati Uniti:
Secondo la chef statunitense Alice Medrich, pasticciera esperta, sembra che negli Stati Uniti le bilance siano considerate «quasi antipatriottiche». Parlando sempre con il Telegraph, Medrich ha detto che le persone americane le ritengono «per qualche ragione complicate o difficili da usare, e pensano che per usarle sia necessario sapere la matematica».
In pochissime parole
So You Think You’ve Been Gaslit, lungo e interessante articolo di Leslie Jamison su quella che in italiano sarebbe “manipolazione psicologica maligna”.7
Una società “affitta” la potenza di calcolo inutilizzata delle schede grafiche dei giocatori – per generare immagini pornografiche.
Un lungo e dettagliato articolo su come viene prodotto il cacao – e perché i produttori non beneficiano del forte aumento del prezzo: On the ongoing cocoa boom and what it tells us about the current state (and future) of African agriculture.
E alla fine è stato più facile del previsto – ma questo fondamentalmente perché prima di partire mi stavo immaginando le peggio cose.
Anzi quella norma avrebbe limitato molto meno le libertà individuali, dal momento che a essere proibite sarebbero state le offerte “due per uno” di cibi insani, non la possibilità di acquistarli.
Tutte le citazioni sono dall’edizione BUR tradotta da Enrico Mistretta.
Il passaggio infatti continua: “Quando invece non c’è la certezza, ma c’è semplicemente il rischio di un male, è soltanto il diretto interessato l’unico che può giudicare se il motivo che lo spinge a correre il rischio è sufficiente o no; in questo caso, quindi (a meno che non si tratti di un bambino, o di uno che è in un tale stato di delirio o di eccitazione o di distrazione da non avere il pieno uso delle sue facoltà di riflessione), secondo me ci si dovrebbe limitare ad avvertire la persona del pericolo, senza usare la forza per impedirle di esporvisi.”
Qui la ricerca originale, che però non ho letto.
Per chi non riuscisse ad accedere: archive.is/ZPCxL.
Per chi ha problemi ad accedere: archive.is/sBlYO.