Ciao,
sono Ivo Silvestro e questa è la 91ª edizione della mia newsletter settimanale di segnalazioni e riflessioni.
Oggi parliamo di strane domande politiche, sciamani occidentali, barbagianni che imbiancano e coscienza.
Ma prima una foto: due tini in cemento, immagino non più in uso, fotografati alla Tenuta Frizzoni a Torre de’ Roveri in provincia di Bergamo, dove mi trovavo per un matrimonio.
Cerca il tuo partito. Con domande da politico
Il Corriere della sera ti aiuta a scegliere come votare alle imminenti elezioni europee. Informando in maniera adeguata i lettori su come funzionano le istituzioni europee e le posizioni di partiti e candidati? No, con un quiz di venti domande – o meglio affermazioni sulle quali si può essere più o meno d’accordo.
Ironia a parte: credo che iniziative come questa siano utili – in Svizzera la piattaforma easyvote fa una cosa analoga per ogni elezione. Così mi sono messo a rispondere e avevo le lacrime agli occhi. Non perché mi sono scoperto vicino a Carlo Calenda, ma per il tipo di affermazioni da valutare.
Ora, ovvio che ci siano dei compromessi, ma del resto non puoi porre cinquecento domande o permetterti troppi distinguo nelle risposte. Per cui vabbè, storco un po’ il naso di fronte a “l'Italia deve realizzare grandi infrastrutture senza farsi frenare dagli ambientalisti” ma alla fine rispondo – sopprimendo l’istinto di chiedere a quali infrastrutture si fa riferimento, che tipo di obiezioni muovono gli ambientalisti, cosa succede se non realizziamo quelle infrastrutture eccetera.
Rispondo senza troppi problemi anche a “bisogna difendere la famiglia tradizionale basata sull'unione tra uomo e donna”, per quanto una voce interiore inizi a urlare “ma difendere da chi? e come?”.
Poi arrivo a questa affermazione:
Il Reddito di Cittadinanza era una misura necessaria per combattere la povertà.
E la mia reazione è quella di una mucca che guarda un treno. Non capisco: posso ritenere il Reddito di cittadinanza – che poi non era un vero reddito di cittadinanza, ma rimando a un bel libretto di Corrado Del Bò ed Emanuele Murra per i dettagli – uno strumento utile, ma “necessario” vuol dire che o si fa quella cosa lì oppure non si riesce a combattere la povertà, il che non ha senso. Perché non hanno semplicemente chiesto se ritengo giusto (o prioritario) reintrodurre il Reddito di cittadinanza o una misura analoga?
Poi mi imbatto nel politicamente corretto “pericolo per la libertà di parola”, nel riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali “essenziale per una società inclusiva”,1 nel sostegno all’Ucraina “obbligo morale” e infine un piccolo capolavoro:
Le élite tecnocratiche e finanziarie europee fanno i loro interessi senza curarsi della gente come me.
Queste non sono opinioni politiche con le quali si pùò essere più o meno d’accordo. Sono slogan pensati per distinguersi dai “nemici” e farsi belli con gli “amici”: un modo per mettersi in mostra sparandola grossa, senza ragionare su concreti scenari politici. Non interessa capire che tipo di sostegno è giusto dare all’Ucraina, alla Palestina o a Israele, ma quali sono le parole d’ordine per schierarsi da una parte o dall’altra.
Questo test del Corriere della sera forse aiuta a capire per quale partito votare, ma certamente lo fa riducendo la politica a una questione di clan avversari.
In poche parole
Sul Tascabile c’è una lunga intervista di Andrea Staid a Stefano De Matteis, autore del saggio Gli sciamani non ci salveranno, un saggio su come la spiritualità contemporanea guarda al “mondo ancestrale”.
È una lettura interessante – l’intervista, intendo, ma immagino anche il libro che ho già aggiunto alla (sempre più lunga) lista delle cose da leggere – per come affronta il bisogno di spiritualità che le culture occidentali soddisfano banalizzando e mercificando pratiche e prassi sciamaniche.
È un aspetto che si vede molto bene nel turismo:
Si tratta di un atteggiamento che oggi è rafforzato dal turismo etnico, che ha preso il posto degli zoo umani di un tempo: una volta le esposizioni universali importavano forme di vita “altre” per mostrarle ai benestanti-benpensanti in modo che la loro superiorità venisse confermata a colpo d’occhio. Oggi si paga per andare a vederli “a casa loro”: una frase che evoca la peggiore politica degli ultimi anni. Mi riferisco a un fenomeno che ha una portata culturale molto ampia: non è un caso che gli sciamanic tour siano richiestissimi. In un mondo di piccola borghesia diffusa, di livello culturale mediocre ma con discrete disponibilità economiche, ci si distingue dalle “masse” che vanno a Sharm el-Sheikh, scegliendo mete “culturali”, i Dogon o gli sciamani, tanto che differenza c’è? Il mondo oggi è uno zapping vissuto in presa diretta. E poi, come se non bastasse, a queste forme di esistenza unitamente alla parola vengono tolti i contenuti. Inoltre tutto ciò che c’è di cruento, di violento, di sacrificale è epurato. “Selvaggi” sì, ma educati!
Piccolo è meglio, quando fa caldo (o, se vogliamo, grande è meglio quando fa freddo): non conoscevo la Regola di Bergmann, prima di leggere di una ricerca sulla taglia (e il colore) dei barbagianni.
Questo studio ha analizzato varie popolazioni di barbagianni in diverse regioni, notando che nelle zone dove c’è stato un aumento delle temperature questi uccelli sono diventati più piccoli e il loro piumaggio si è schiarito.
Non credo che ricerche come queste possano convincere molti scettici sul riscaldamento globale – e anzi potrebbe far dire ad alcuni che “basta adattarsi come fanno i barbagianni” –, ma le trovo sempre affascinanti.
“La coscienza rimane un miracolo misterioso al pari della trasformazione dell’acqua in vino o la comparsa del genio allo strofinare della lampada di Aladino” scrive il filosofo Riccardo Manzotti sul Tascabile.
Confesso di essere un po’ perplesso da questo articolo intitolato “"Il grande bluff delle neuroscienze”: è vero che c’è stato, da parte di alcuni ricercatori, un eccesso di entusiasmo sulle potenzialità delle neuroscienze, ma mi sembra ingeneroso valutare una disciplina su incaute affermazioni.
L’articolo rimane comunque una interessante lettura sulla coscienza e su come studiarla scientificamente. Al netto di alcune affermazioni di Manzotti che mi sembrano un tantinello esagerate: “La coscienza è il problema cruciale per la nostra esistenza e la sua riduzione, se errata, svuoterebbe di senso il nostro vivere”.
In pochissime parole
Il pianeta è ciò che mangiamo, ovvero l’articolo sulla sostenibilità al quale avevo accennato nella scorsa newsletter.
Che cosa significa davvero “mangiare come un epicureo”
Da dove vengono le espressioni come «cacicchi e capibastone»
Che poi l’alternativa è togliere un figlio ai genitori – più che “società inclusiva”, parlerei di “società decente”.