Ciao,
sono Ivo Silvestro e questa è la 80ª edizione della mia newsletter settimanale di segnalazioni e riflessioni.
Oggi parliamo di bufale storiche, una moneta romana e tracce di intelligenza artificiale.
Ma prima una foto:
No, non è andata così
Nei giorni scorsi ho aiutato mio figlio a studiare storia: Carlo Magno, il Sacro Romano Impero, la società feudale… e a un certo punto, eccola lì: la piramide sociale del feudalesimo. Il re in cima, poi i vassalli, i valvassori e i valvassini; più giù i contadini liberi e alla base i servi della gleba.
Solo che quella piramide non è mai esistita, almeno non nel senso della rigida gerarchia sociale che si lascia intendere: i rapporti di potere avevano ovviamente una struttura simile, non è che i contadini stessero al livello dei nobili, ma meno rigida: una rete ad assetto variabile e neanche costruita sulla sola relazione di vassallaggio. Che la piramide sia una semplificazione, per non dire una falsificazione, l’ho scoperto da anni persino io che ho un modesto interesse per la storia.
Ma una rete ad assetto variabile è meno semplice da infilare nei manuali di storia di una piramide per cui eccola lì, anche nelle dispense di storia di mio figlio – seppure accompagnata da un paragrafo che ammette che insomma la realtà era più complessa di così.
Mi chiedo perché partire da una grossolana semplificazione – per non dire una falsità – ammettendo poi che le cose sono diverse: forse dal punto di vista pedagogico ha senso, per quanto alla fine è ovvio che ci si ricordi solo della piramide e ci si dimentichi del resto.
La piramide feudale non è certo l’unico mito storiografico diffuso non solo nei manuali scolastici ma anche in saggi. Lo storico dell’innovazione Anton Howes ne ha identificati alcuni, tutti relativi al suo campo di indagine, e nel suo elenco ci sono diversi episodi che avevo letto in qualche saggio e dato per buoni. Come il premio istituito da Napoleone per migliorare la conservazione del cibo, vinto da Nicolas Appert con le sue bottiglie sottovuoto: spesso citato come esempio di incentivo finanziario che ha favorito l’ingegno umano, in realtà il premio è stato consegnato come semplice ricompensa diversi anni dopo l’invenzione. O il fatto che gli inglesi avrebbero impiegato più soldati per combattere i luddisti che contro Napoleone (per quanto il numero di soldati inviati dal governo per sedare le rivolte luddiste sia impressionante, 12mila uomini, è di molto inferiore a quello delle guerre napoleoniche).
Proprio come la piramide feudale, sono falsità ampiamente smentite ma che continuano a circolare. E Howes spiega molto bene il perché:
[…] non c'è tempo per controllare ogni dettaglio delle cose che si citano. E anche se lo si fa, è possibile che si debba seguire una catena di citazioni lunga decine o centinaia di collegamenti. Spesso si finisce con fonti d'archivio che richiederebbero troppo tempo per accedervi. La storia, come qualsiasi altro campo, si basa molto spesso sulla fiducia.
Insomma, a un certo punto una persona commette un errore interpretando una fonte o semplifica eccessivamente un tema. Un’altra persona legge quell’errore, si fida e lo ripropone, poi una terza fa lo stesso e così via. Non è un dato essenziale, non è il tema centrale della tua ricerca, ma un elemento di contorno, uno dei tanti elementi di contorno: non puoi metterti a cercare la fonte originale per ogni singola frase e così questi miti si diffondono.
Il problema non riguarda solo la storia: ogni disciplina ha le sue leggende metropolitane, tipo che la Grande muraglia cinese sarebbe l’unico manufatto umano visibile dallo spazio: facendo i classici “conti dietro una busta” anche a stare il più in basso possibile – sulla linea di Kármán – la muraglia avrebbe lo spessore di un capello visto da qualche decina di metri di distanza.
Tornando alla storia, Howes auspica maggiore attenzione nel riportare informazioni di seconda mano ma ovviamente non basta, visto che come detto questo lavoro di verifica può essere incredibilmente lungo e difficile. Certo, come avviene in altre discipline1 anche gli storici potrebbero iniziale a rendere disponibili le fonti consultate, senza costringere le persone ad andare a consultare i documenti originali in qualche oscuro archivio. Ma più in generale bisognerebbe incentivare questo lavoro di verifica, rendendolo ad esempio rilevante dal punto di vista accademico.
Mi sembra una strategia interessante e potrei anche auspicarne l’applicazione in altri ambiti. Ma alla fine ho detto a mio figlio di ripetere la storia della piramide feudale anche se è una bufala.
In poche parole
C’è una moneta romana che racconta una storia interessante. La moneta è questa:
Non è immediato capire che mostra una elezione, però una volta che lo spiegano si capisce che il tizio a destra sta mettendo il proprio voto in una specie di urna. E quel camminamento iniziale? È il percorso per arrivare all’urna e la moneta raffigura una importante riforma introdotta a Roma quando ancora era una Repubblica: restringere quel camminamento in modo che nessuno potesse minacciare i votanti della plebe.
I dettagli in un articolo di David B. Hollander su The Conversation.
Qualche mese fa avevo provato a usare ChatGPT per assistermi nella stesura di questa newsletter. Un tentativo durato un paio di settimane: troppo difficile insegnargli a scrivere come me e adesso uso le IA generative giusto per qualche suggerimento.
Immagino che l’impiego per testi standard, come articoli scientifici, sia più semplice. E infatti c’è chi lo utilizza, dimenticandosi di togliere l’incipit di molte delle risposte di ChatGPT quel “Certainly! Here is…” (Certo! Ecco…) con un risultato imbarazzante pensando che l’articolo in teoria è stato rivisto prima della pubblicazione:
In biologia nulla ha senso se non alla luce dell’evoluzione.2 E dovrebbe essere lo stesso anche in medicina, ma non è esattamente così: non è che i medici non credano nell’evoluzionismo, ma questa svolge perlopiù un ruolo implicito. Da una trentina d’anni esiste tuttavia la “medicina evoluzionistica”, che non è una disciplina o una tecnica ma “una cornice concettuale attraverso la quale interpretare il funzionamento dell'organismo, la sua interazione con l’ambiente e il conflitto con i patogeni” come spiega Massimo Sandal in un bell’articolo per Univadis.
Ci sono diversi esempi di questo punto di vista. Uno che ho trovato molto interessante è l’evolutionary mismatch o sfasamento evolutivo:
Dall’invenzione dell’agricoltura, e specialmente dalla Rivoluzione industriale a oggi, l’umanità ha creato un ambiente completamente diverso da quello in cui ha vissuto nei milioni di anni precedenti: per i nostri corpi, è come aver fatto un balzo nel tempo. Le strategie di sopravvivenza e le risposte fisiologiche affinate nel passato di cacciatori-raccoglitori sono in vari casi prive di senso nel mondo attuale.
In pochissime parole
Quando una foto è ancora una foto? Il Post fa il punto della situazione tra IA e app di fotoritocco.
Nell’Antichità c’erano omosessuali o quello è un concetto moderno che non ha senso “retrocedere” di qualche millennio? Secondo Giovanni Dall’Orto è più che lecito farlo.
La primavera sta per iniziare – anzi, quella metereologica è già iniziata – e così neve e ghiacci in montagna iniziano a fondere.3 E lo fanno molto più del normale.
Le differenze di potere spiegano perché uomini e donne sono così diversi.
O quantomeno come dovrebbe accadere in altre discipline.
L’affermazione è del genetista Theodosius Dobzhansky.
Sono quel tipo odioso di persone per cui il sale si scioglie in acqua, ma il ghiaccio fonde.