Quattro storie interessanti con cui iniziare la settimana
Una newsletter speciale per il lunedì mattina
Ciao,
sono Ivo Silvestro e questa è non è un’edizione normale della mia newsletter settimanale, ma un’idea per recuperare un po’ di tempo perso con la sospensione della newsletter: segnalare alcune storie interessanti per alleviare l’inevitabile tedio del lunedì mattina.
Ma come sempre, prima di iniziare, una foto: cercherò un soggetto meno nevoso, per le prossime immagini.
Dillo con uno stemma
Denmark’s new royal coat of arms marks the end of a 400-year-long Swedish-Danishconflict di Martin Sunnqvist, The Conversation
Il re della Danimarca Frederik X ha modificato lo stemma reale:
A quanto pare le mire di Trump sulla Groenlandia non c’entrano nulla col cambiamento, deciso prima che degli strani discorsi del presidente americano: il fatto che nel nuovo stemma la Groenlandia (l’orso polare) abbia maggiore dignità (come anche le Isole Faroe rappresentate dall’ariete) è insomma una coincidenza. La vera novità dello stemma non riguarda infatti un inverosimile – ma con Trump non si sa mai – futuro conflitto con gli Stati Uniti, ma uno passato con la Svezia aperto nel XVII secolo.
Gli altri simboli dello stemma sono infatti i tre leoni della Danimarca e i due leoni dello Slesvig. Mancano invece le tre corone, eredità dell'Unione di Kalmar che dal 1397 al 1523 unificò (sotto la Danimarca) gli stati scandinavi.1 Ci fu anche una guerra, alla fine della quale si decretò che il Regno di Danimarca potesse continuare a usare le tre corone, simbolo originariamente svedese. Come è stato fatto finora.
Accendere la luce
Inside a New Plan to Bring Electricity to 300 Million in Africa di Max Bearak, New York Times
Come immagino la maggioranza delle persone che mi stanno leggendo, fatico a immaginare una vita senza elettricità o senza la certezza di avere elettricità in maniera continua. Eppure è la realtà di centinaia di milioni di persone che vivono nell’Africa subsahariana.
Tra sei anni questo numero potrebbe essere fortemente ridotto, grazie a un progetto ambizioso che punta a raggiungere 300 milioni di persone (fanno 5 milioni al mese, praticamente la popolazione della Norvegia) grazie a piccoli siti di energia solare oltre che al miglioramento delle infrastrutture esistenti.
Non mancano le difficoltà, più istituzionali che tecnologiche, ma il progetto sembra avere le carte in regola per ottenere qualche risultato.
Assumeresti Allison o Lakisha?
White Men are the Beneficiaries of Preferential Hiring di Kate Manne, More to Hate
Non ho una opinione precisa delle iniziative di Diversità, equità e inclusione che varie aziende ed enti hanno adottato negli ultimi anni. Probabilmente non è possibile averla, un’opinione precisa, visto che parliamo di un insieme eterogeneo di misure: una parte saranno inutili, una parte dannose, una parte utili.
Ho invece un’opinione precisa sulla loro necessità, o meglio sulla necessità di affrontare il problema che sta alla base: i pregiudizi che continuano a colpire alcune persone. Un esperimento semplice, certamente parziale ma direi rappresentativo: mandare finte candidature con nomi maschili e femminili diffusi in particolare tra i “bianchi” (Allison o Todd) o tra i “neri” (Leroy o Lakisha).
Il risultato è facile immaginarlo: c’è chi discrimina di più e chi di meno, ma tutte le aziende almeno un po’ privilegiano i maschi bianchi. Il che vuol dire che nel mondo ci sono molti lavoratori – e in questo caso il maschile non è sovraesteso – che in base alla tanto invocata meritocrazia non dovrebbero stare dove stanno.
Una morte lynchiana
La "morte naturale" non fa notizia di Sofia lamedicinageniale
Stavo lavorando, quando è arrivata la notizia della morte di David Lynch e nell’allestire l’articolo ho messo la causa della morte (enfisema polmonare) ricollegandola al fumo. Avevo anche cercato una foto di Lynch mentre fumava, ma non ne ho trovate tra quelle disponibili.
Non so se avrei dedicato maggiore attenzione alla causa della morte se a ucciderlo fosse stata una overdose, una malattia rarissima o un fan che voleva un’altra stagione di Twin Peaks, come si legge in questo articolo. Ma è vero che la morte naturale non fa notizia, ed è vero sia nel giornalismo (e lo vediamo quando a morire sono persone comuni: un infarto viene ignorato, un incidente un po’ di spazio forse lo trova un attentato terroristico ha i titoli d’apertura), sia nelle nostre vite. Eppure spesso è proprio la morte naturale quella su cui possiamo più facilmente intervenire, cambiando abitudini malsane.
Vale la pena ricordare che la pronuncia corretta è scandinàvo e non scandìnavo.