Ciao,
sono Ivo Silvestro e questa è la 43ª edizione della mia newsletter. Oggi parliamo di mondi virtuali, mentalità cospirazionista, discriminazione positiva e di quello stronzo di Socrate.
Ma prima una foto:
Dovrebbe essere una Protea cynaroides, pianta originaria del Sudafrica che ho fotografato al giardino botanico delle Isole di Brissago. È una pianta interessante, in grado di risorgere dalle ceneri di un incendio grazie a delle strutture legnose che rimangono sottoterra e che contengono gemme e risorse.
Interessante anche la storia delle Isole di Brissago: prima c’era un convento, poi una baronessa ha deciso di costruirci una villa e di ampliare il giardino con specie rare ed esotiche; nel dopoguerra le isole sono diventate un parco pubblico. Lo slogan è “Tour botanico attorno al mondo” – cosa curiosa, visto l’alto numero di specie aliene che si trovano anche fuori dagli orti botanici.
Ancora sulla realtà (e i crimini) virtuali
Avevo già segnalato una mia riflessione sulle tesi del filosofo David Chalmers a proposito della realtà virtuale. Riassumendo: molto interessante la tesi che anche i mondi virtuali possono essere reali, nel senso di fare la differenza nelle nostre vite; deludente e perlopiù inutile tutta la parte “ehi potremmo vivere in una simulazione tipo Matrix”.
Ecco, ho avuto il piacere di incontrare David Chalmers. Ne è venuto fuori un articolo che si può leggere qui.
Qualche osservazione sparsa.
Interessante la parte sulla tecnofilosofia, in pratica l’idea che non solo la filosofia possa riflettere sulle tecnologie, ma anche che le tecnologie possano aiutare la filosofia a mettere a fuoco alcuni problemi “classici”. Anche se non è chiarissimo come.
Chalmers sottolinea che la realtà virtuale è comunque inclusa nella realtà fisica, visto che i dispositivi che usiamo per entrare nei mondi virtuali sono appunto fisici. Poi certo, nel caso vivessimo in una simulazione quei dispositivi sarebbero in realtà oggetti digitali, però a loro volta lo sarebbero in una qualche realtà fisica. Sì, la cosa ricorda la torre infinita di tartarughe che reggerebbero il mondo in una vecchia barzelletta.1
In un passaggio che ho omesso, Chalmers ha ammesso che sì, l’ipotesi di un demone maligno che ci inganna facendoci credere che esista il mondo quando esiste solo la nostra mente oggi suona una assurdità per noi, ma un tempo poteva essere una possibilità concreta quanto lo è per noi, persone tecnologiche, quella di vivere in una simulazione stile Matrix.
Ma torniamo alla parte secondo me più interessante della tesi di Chalmers: la realtà virtuale non è necessariamente evasione e possiamo vivere un’esistenza piena e soddisfacente per quanto virtuale. Così come possiamo anche fare cose disdicevoli: la BBC ha riportato la notizia di una rete internazionale di vendita di fotografie pedopornografiche generate da realtà virtuale. Una volta supera l’immediata reazione di disgusto, ci si può chiedere quale sia il problema visto che nessuna persona reale ha sofferto per la realizzazione di quelle foto. Ho cercato di tratteggiare una risposta. Rimane il fatto che è vero: le realtà virtuali possono essere reali quanto la realtà fisica.
Chiudo questa sezione segnalando un articolo di Daniel Dennett sulle persone virtuali, nel senso di identità digitali che sembrano corrispondere a una persone reale ma sono generate da intelligenze artificiali. Io stimo molto Dennett, ma qui mi sfugge un po’ quale sia il punto: ok, se c’è di mezzo un inganno le conseguenze possono essere spiacevoli, ma mi pare esagerare con i toni apocalittici. Non avrei mai pensato di dirlo, appunto perché stimo molto Dennett, ma quasi quasi su questo punto preferisco Chalmers.
Cospirazionismi
Anche chi ha una mentalità cospirazionista può cambiare idea se gli si presentano i fatti, ma non è semplice. È il riassunto di un interessante articolo che riguarda le fantasie di complotto che riguardano i parchi eolici.
La parte che mi è piaciuta di più è la definizione di “metalità cospirazionista”:
Conspiracy mentality is a set of beliefs that are associated with distrusting those in power and rejecting majority positions in society. People who endorse this general way of thinking are more likely to believe in (any) conspiracy theories as opposed to official explanations for societal events.
C’era una volta la discriminazione positiva
Notizia di poco fa: la Corte Suprema statunitense ha rimosso il sistema delle quote etniche per le università, parte della affirmative action che potremmo tradurre come “discriminazione positiva”. L’idea è che per compensare la discriminazione negativa presente nella società, introduco misure che favoriscano chi è discriminato. Le famigerate “quote rosa” rientrano in questa idea.
L’idea sulla carta è buona, non fosse che la discriminazione negativa è spesso nascosta, quella positiva prevista dalle norme è evidente. Non si vedono le difficoltà che incontra chi non appartiene alla classe privilegiata, ma si vede che il bianco con la media alta non viene ammesso mentre l’ispanico o l’afroamericano con la media discreta può frequentare l’università prestigiosa. Certo, si può discutere se sia una soluzione e non una pezza che copre malamente un grosso buco, ma adesso non c’è più manco la pezza.
In tutto questo, bisogna riconoscere che la strategia dei conservatori statunitensi è vincente: perché le elezioni possono andarti bene o male, ma controllando alcune istituzioni chiave come la Corte suprema sei a posto.
Più pedante e noioso di Socrate
Non ho molta simpatia per Socrate: per carità, ha di fatto fondato la filosofia – i presocratici sono di fatto una truffa inventata da Aristotele –, ma è un insopportabile borioso con tutte quelle sue domande sull’essenza delle cose. Adoro invece Wittgenstein, ma ho ugualmente apprezzato questo fumetto di existential comics:
Le emozioni vere
Volevo scrivere qualcosa sulla campagna contro la droga del governo italiano, quella con Mancini che dice che “tutte le droghe fanno male” e i ragazzi entusiasti che si mettono a fare un video anche loro:
Volevo scriverne, ma non credo di trovare parole che rendano “le emozioni quelle vere”2 di fronte a una simile campagna. Mi limito a chiedermi quale sia l’obiettivo di queste iniziative, se è solo un modo per soddisfare il proprio elettorato mostrando che si fa qualcosa “contro tutte le droghe” o se davvero pensano che una porcheria simile possa convincere qualcuno a non farsi una canna.
Quanto al fatto che le droghe siano tutte uguali, Facta spiega che non è così. Segnalo anche Roberta Villa che su Instagram ricorda che tra le droghe più pericolose ci sono alcol e nicotina.
Questa edizione della newsletter finisce qui; sperando di non aver fatto troppi errori e che vi sia piaciuta, vi invito a consigliarla o condividerla con altre persone…
Ci leggiamo tra sette giorni.
L’aneddoto, ispirato alla mitologia indiana, è narrato da Stephen Hawking nel suo Dal Big Bang ai buchi neri:
Un famoso scienziato tenne una volta una conferenza pubblica su un argomento di astronomia. Egli parlò di come la Terra orbiti attorno al Sole e di come il Sole, a sua volta, compia un’ampia rivoluzione attorno al centro di un immenso aggregato di stelle noto come la nostra galassia. Al termine della conferenza, una piccola vecchia signora in fondo alla sala si alzò in piedi e disse: “Quel che lei ha raccontato sono tutte frottole. Il mondo, in realtà, è un disco piatto che poggia sul dorso di una gigantesca tartaruga.” Lo scienziato si lasciò sfuggire un sorriso di superiorità prima di rispondere: “E su cosa poggia la tartaruga?” “Lei è molto intelligente, giovanotto” disse la vecchia signora. “Ma ogni tartaruga poggia su un’altra tartaruga!”».
Che poi lo slogan delle “emozioni vere”, contrapposte a quelle fasulle delle droghe, è in realtà la parte meno peggio.