Ciao,
sono Ivo Silvestro e questa è la 44ª edizione della mia newsletter. Oggi riparliamo di malaria, di arte che non dice nulla e altri temi che ritornano – non è che abbia esaurito le idee, semplicemente negli ultimi giorni ho trovato diversi aggiornamenti e novità su cose di cui avevo già scritto.
Ma prima una foto che pone un interessante quesito teologico: l’aureola è legata alla testa o alle spalle?
(I santi patroni di Zurigo Felice e Regola, insieme al loro servo Essuperanzio, in un dipinto esposto al Museo nazionale svizzero).
Ancora sulla malaria
Un paio di newsletter fa avevo scritto della malaria, lamentando come la ricerca su questa malattia non fosse esattamente la più gettonata, fondamentalmente perché la malaria non ci riguarda più di tanto.
Le cose potrebbero cambiare: negli Stati Uniti ci sono stati cinque casi di “contagio locale”, cosa che non accadeva da vent’anni – gli USA registrano un migliaio di casi l’anno, ma di persone che si sono contagiate all’estero. Uno dei fattori dietro questo ritorno, per ora contenuto, della malaria è il riscaldamento globale.
Apro una parentesi1 sulla crisi climativa: Tra le conseguenze inaspettate c’è anche lo scombussolamento dei segnali chimici usati da molte specie viventi per comunicare (o seguire le tracce di prede, cosa che non riesco esattamente a considerare “comunicazione”). Ne scrive Mahasweta Saha su The Conversation. Fine della parentesi; torniamo a parlare di malaria.
Il fatto che la malaria torni a colpire anche i Paesi ricchi avrà qualcosa a che fare con il fatto che abbiamo un’altra ricerca su come contenere la diffusione di questa malattia? Già, perché Science Advances è uscito un lavoro su come far fuori le zanzare che fanno da vettore al plasmodio della malaria. La tecnologia è stata “battezzata “Ifegenia”, che sta per “Inherited Female Elimination by Genetically Encoded Nucleases to Interrupt Alleles” con ovvio riferimento alla figlia che Agamennone ha simpaticamente fatto fuori per propiziarsi un viaggio d’affari. Non entro nei dettagli, ma in pratica è un elaborato sistema che permette ai maschi – che non infettano nessuno – di passare alle figlie femmine un gene che ne impedisce lo sviluppo.
Non è il primo progetto che usa la genetica per colpire le zanzare. E ovviamente non mancano i fantasisti del complotto che collegano alcuni di questi progetti2 al ritorno della malaria negli Stati Uniti. E una bella cospirazione è una spiegazione più appetibile dell’insieme di fattori che verosimilmente ha portato ai cinque nuovi casi da cui siamo partiti.
A proposito di fantasie di complotto: segnalo due miei articoli. Il primo è un’intervista su come le intelligenze artificiali che scrivono cose se la cavino meglio di noi esseri umani nell’informare, e soprattutto nel disinformare, le persone: La disinformazione sintetica meglio di quella umana.
Il secondo, invece, è una riflessione sull’opportunità, da parte dei ricercatori, di discutere con manipolatori e cospirazionisti.
Quando l’arte non dice niente
Un mesetto fa avevo parlato di una conferenza tenuta da Tobia Bezzola su quello che comunicano le immagini artistiche. Ebbene, c’è il video della conferenza (dura un’oretta, ci sono ovviamente tante immagini ma penso lo si possa anche ascoltare “à la podcast” con solo l’audio):
Sul tema c’è anche un articolo in cui si parla anche di intelligenza artificiale e immagini digitali.
Il futuro del giornalismo
Un video satirico che tra qualche anno potrebbe essere vero.3
Chiudere i conti
Sembra che a Nigel Farage, politico di destra britannico,4 abbiano chiuso i conti correnti. “Sembra” perché non ho trovato riscontri, a parte quanto da lui dichiarato. A ogni modo, non è stata una decisione governativa – il che sarebbe effettivamente molto inquietante – ma della banca e qui non si capisce se è effettivamente per questioni politiche o per altri motivi.
Il governo britannico sembra aver preso a cuore il problema, forse legato al fatto che Farage è una “politically exposed person”, cosa che impone agli istituti finanziari particolari cautele, come spiega tra gli altri il Guardian.
In attesa di saperne di più, su cosa è successo effettivamente ai conti di Nigle Farage e sulle proposte del governo, vale la pena ricordare che non è certo il primo caso di “relazione commerciale chiusa per sospette motivazioni politiche”. Nel 2010 PostFinance chiuse i conti a Julian Assange, quello di WikiLeaks, e per carità oggi ha ben altri problemi, ma vale la pena ricordarsi certe cose.
Un po’ di cose sparse
Ha senso raccontare le proprie esperienze personali in un saggio o un articolo? Capita spesso, anche con particolari intimi che riguardano, ad esempio, la salute dell’autore o dell’autrice. I risultati non sono sempre eccezionali, perché a volte quel racconto personale è messo lì più che altro per appagare l’ego di chi scrive. Ma ho scoperto una piccola strategia: applicare l’etica di Star Trek, ovvero raccontare i fatti propri solo quando “i bisogni di uno valgono più di quelli di molti”5 – insomma, quando quell’esperienza personale riguarda sì una persona sola, ma vale per molte persone.
Questa riflessione mi ha fatto venire in mente un aneddoto su Sergej Ėjzenštejn, il regista di La corazzata Potëmkin e Aleksandr Nevskij. Si dice che gli proposero di fare un film sull’aborto, ma lui rispose che non gli interessavano le storie che riguardano singole persone e insomma, o ad abortire è una città intera oppure niente. Mentre cercavo informazioni su questo aneddoto, ho scoperto che Ėjzenštejn ha effettivamente partecipato alla realizzazione di un documentario sull’aborto: Frauennot – Frauenglück di Eduard Tissé.
Wikipedia ha molte voci interessante. Nei giorni scorsi mi sono imbattuto nell’elenco di inventori uccisi dalle proprie invenzioni. Ci sono storie interessanti, come quella di Franz Reichelt, sarto che morì buttandosi dalla Tour Eiffel con un paracadute di sua invenzione.
E per finire, un aggiornamento sulla crisi della moralità di cui avevo scritto qualche settimana fa. Scott Alexander ha scritto una lunga e interessante critica della ricerca originale – alcune delle sue perplessità le avevo indicate anche io, ma lui è molto meno clemente.
Questa edizione della newsletter finisce qui; sperando di non aver fatto troppi errori e che vi sia piaciuta, vi invito a consigliarla o condividerla con altre persone…
Ci leggiamo tra sette giorni.
Poi siccome non mi pare il caso di mettere tra parentesi un intero paragrafo, uso il corsivo.
Forse proprio quello della ricerca su Science Advances, visto che è finanziata (tra gli altri) dalla Bill & Melinda Gates Foundation. E si sa che Bill Gates è uno degli ingredienti di base delle fantasie di complotto.
Del resto Naked News esiste dal 1999.
Forse sarebbe meglio definirlo “populista”, nonché propalatore di alcune fantasie di complotto.
Frase tratta dal secondo e terzo film della saga.