Ciao,
sono Ivo Silvestro e questa è la 92ª edizione della mia newsletter settimanale di segnalazioni e riflessioni.
Oggi parliamo di realtà fantastiche e dove trovarle (ovunque, ahimé), di film al nitrogeno e di balene.
Ma prima una foto:
Un’altra realtà
Anni fa ebbi l’occasione di intervistare una persona che proponeva, e credo proponga tutt’ora, pratiche pseudomediche. Resto sul vago perché il punto non è né l’identità della persona né l’occasione dell’intervista – che comunque non è mai stata pubblicata e resta custodita nei miei archivi personali –, ma quello che questa persona mi ha raccontato.
Non entro nei dettagli, ma ricordo lo stupore con cui, proseguendo con le domande – l’intervista è andata avanti circa un’ora –, le risposte si allontanavano sempre più dalla realtà per come la conoscevo. Si era partiti da affermazioni condivisibili, non nei toni ma nella sostanza: sui limiti di quella che questa persona chiamava “medicina ufficiale”, sul fatto che la salute non sia solo una questione organi e tessuti. Da lì si è passati ad affermare che tutte le malattie – escluse ferite come tagli o fratture, per quanto anche lì… – sono riconducibili a problemi emotivi e più in generale a squilibri interiori. E gli agenti patogeni? Non solo non sono la causa delle malattie, ma virus e batteri neanche esistono, Louis Pasteur era un imbroglione che aveva falsificati i resoconti delle sue osservazioni e così via.
Questa persona mi aveva raccontato una realtà alternativa che, nelle mani di un bravo autore o una brava autrice, sarebbe potuta diventare la base per una qualche saga fantasy, in cui magari oltre alla medicina ci mettiamo anche la politica, con rappresentanti scelti in base all’oroscopo.
Ma non era una saga fantasy, ma una realtà alternativa, se vogliamo una “fantasia di realtà”, alla quale questa persona credeva con convinzione. Perché è tutto coerente, incluso il fatto che in molti non credano a questa fantasia di realtà che quindi non può che svilupparsi, diventare sempre più elaborata incamerando nuove conoscenze.
Quelli che potremmo chiamare “fatti bruti” – ad esempio il fatto che le persone fanno cose, si ammalano, guardiscono – sono gli stessi; cambia il modo in cui vengono interpretati e collegati tra di loro (e, ovviamente, interpretazioni e connessioni non sono tutte uguali).1
Inizi a leggere in un certo modo un paio di fatti e poi ti ritrovi a credere che la microbiologia è un grande complotto e le epidemie sono dovute a una qualche armonia olistica disturbata dalle onde radio o dal passaggio di una cometa.
In questi giorni sto assistendo alla nascita di un’altra fantasia di realtà che riguarda sempre la medicina. È una realtà alternativa nella quale le misure di protezione erano inventate di sana pianta per controllare la popolazione, non stabilite precauzionalmente partendo da informazioni incomplete; è una realtà alternativa nella quale i vaccini hanno causato più morti del virus, portando come prova una ricerca che afferma tutt’altro e che, a quanto pare, è pure un po’ pasticciata.
È come nel film Sliding doors, a un certo punto della pandemia, direi verso la fine della prima ondata, una parte della popolazione ha iniziato a vivere in un’altra realtà e più passa il tempo più questi due mondi si allontanano.
Per farli riavvicinare non bastano i “fatti bruti”, che come detto vengono subito interpretati e connessi in maniera coerente alla propria visione del mondo. E quindi? Forse pecco di ingenuità, ma proverei a partire da una maggiore consapevolezza del fatto che, appunto, partliamo visioni del mondo.
In poche parole
Recentemente ho visto – o rivisto, dal momento che parliamo di un film tutt’altro che memorabile uscito nel 2018 – The Titan diretto da Lennart Ruff.
Dopo una decina di minuti, una scena mi ha doppiamente ferito le orecchie. Si sta parlando di Titano, una luna di Saturno che ha il suo fascino, con fiumi e piogge di metano liquido che potrebbero (ed è un potrebbero molto ipotetico) ospitare qualche forma di vita.2
Ora, uno dei personaggi del film descrive Titano parlando di “un’atmosfera ricca di nitrogeno che non possiamo respirare”. Ora, in italiano quella cosa lì ha, direi almeno da un secolo,3 un altro nome: azoto. Nome oltretutto particolarmente adatto al film visto che il termine – coniato nel Settecento dal chimico francese Louis-Bernard Guyton de Morveau – rimanda appunto al fatto che l’azoto non possa sostenere la vita (con il gr. ἀ- priv. e ζωή “vita”, riporta la Treccani). Il fatto che chi ha curato l’adattamento in italiano non ci abbia fatto minimamente caso, al fatto che il nitrogen dei dialoghi originali sia appunto l’azoto, mi ha profondamente irritato. Quasi altrettando dell’idea che non potremmo respirare il nitrogeno/azoto, cosa banalmente falsa visto che anche l’atmosfera terrestre è ricca di azoto per quanto meno di quella di Titano. Ma su questo punto mi devo ricredere: la frase “un’atmosfera ricca di azoto che non possiamo respirare” potrebbe infatti essere corretta, se il pronome “che” si riferisce non all’azoto, ma all’atmosfera. Questo errore almeno non l’hanno fatto.
Su Facta scopro la curiosa storia di Alvise Pérez. influencer complottista che in Spagna è riuscito, con la sua lista Se Acabó La Fiesta (Salf, “La festa è finita”), a entrare nel Parlamento europeo. I dettagli sul personaggio li lascio scoprire a chi vorrà leggere l’articolo; qui riporto la conclusione su chi verosimilmente l’ha votato:
Secondo il politologo Fernández Vázquez, Se Acabó La Fiesta pesca meno consensi fra gli elettori di Vox e più fra chi non andava alle urne da molto tempo. Non è tanto un voto associato al reddito, anche se ottiene i risultati migliori nei collegi a più alto tasso di disoccupazione, quanto all’età (tocca il 9,8 per cento tra chi ha fra i 18 e i 24 anni) e al sentimento anti-sistema.
I Makah, i nativi americani dello stato di Washington, potranno cacciare alcune balene, secondo un diritto stabilito nel 1855 e sospeso visto che le balene grigie, quelle cacciate dai Makah, si stavano estinguendo. La situazione adesso è migliorata e quindi i nativi potranno cacciare un paio di balene l’anno, stando a quanto riporta il New York Times.4
Sarà vero che le balene grigie non rischiano più l’estinzione, ma sono animali intelligenti e permetterne l’uccisione mi pare ingiusto. D’altra parte è ingiusto, e anzi ancora più ingiusto, l’allevamento intensivo e mi pare ipocrita, da parte di una qualsiasi autorità, andare a dire ai Makah che non possono cacciare un paio di balene mentre va bene macellare qualche milione5 di maiali, mucche, agnelli o polli al giorno.
Al netto dell’ipocrisia occidentale, non riesco a non chiedermi se sarebbe così terribile, per Makah, cambiare tradizione e lasciare in pace le balene; dopotutto le culture non sono immutabili ma vivono di cambiamento.
In pochissime parole
I danni dei sistemi di trascrizione automatica, se lasciati senza supervisione (partendo dai “finanziamenti leciti” diventati “finantiamenti illeciti” in un recente caso di cronaca giudiziaria).
Come mai è non ci sono più Neanderhal in giro? Forse per una malattia.
Nella campagna elettorale indiana c’erano molti Deepfake; ma non necessariamente per ingannare gli elettori.
Al Museo delle culture di Lugano è in corso una bellissima mostra6 sulle fotografie di Fosco Maraini.
È il motivo per cui le notizie fuorvianti fanno molti più danni di quelle false, come scrive Il Post.
C’è pure una voce su Wikipedia dedicata alla vita su Titano.
Stando a Google Ngram, le occorrenze di “nitrogeno”, sempre inferiori a quelle di “azoto”, crollano praticamente a zero verso la fine dell’Ottocento.
Link accessibile: archive.is/26DxL.
Non ho trovato numeri precisi, ma le stime che si trovano online sono comunque incredibilmente alte.
Link accessibile: archive.is/QAple.