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Ciao,
sono Ivo Silvestro e questa è la 23ª edizione della mia newsletter. Oggi parliamo di stoicismo, di insetti da mangiare, di temperatura percepita, di astrologia e immerdificazione.
Ma prima una foto: una birra artigianale inglese con cui condivido il nome.
Una filosofia di vita
Apriamo questa sezione con un fumetto di Existential Comics: grazie a una macchina del tempo il filosofo Epitteto scopre cosa ne è, un paio di millenni dopo, dello stoicismo.
Non va benissimo ma Epitteto, da bravo stoico, non si scompone, pur ammettendo che sia seccante, vedere la sua filosofia usata per cose poco raccomandabili come avere la meglio sui concorrenti o bombardare civili senza scrupoli.
L’autore non ha tutti i torti: lo stoicismo non è solo parte della storia della filosofia – era stato argomento del mio esame di filosofia antica all’università, ormai un ventennio fa – ma da diversi anni è tornato di attualità. E proprio nelle forme dello stoicismo antico: come “filosofia di vita”, un modo per cercare di vivere la vita in modo virtuoso. Poi come tutte le virtù, può avere le sue degenerazioni – come si vede nel fumetto. Ma rimane una pratica secondo me molto interessante che ho scoperto grazie a Massimo Pigliucci di cui consiglio il libro Come essere stoici. Ho anche avuto il piacere di intervistare Pigliucci, affrontando appunto l’attualità dello stoicismo. Altra lettura che consiglio sono le Sette brevi lezioni sullo stoicismo di Sellars.
Quella degli stoici antichi era una filosofia completa che include quindi aspetti di fisica e logica che oggi non avrebbe senso riprendere in maniera estesa. Possiamo riassumere lo stoicismo moderno in tre principi:
vivere secondo natura, cioè secondo quella che è la natura umana di esseri sociali e razionali;
le tre discipline pratiche del desiderio (capire cosa è bene desiderare e cosa no), dell’azione (come ci dobbiamo comportare) e dell’assenso (come devo giudicare gli eventi della vita);
la dicotomia del controllo, ovvero dedicare attenzione alle cose che possiamo controllare e non perdere tempo su quel che non possiamo controllare.
Del mangiare insetti, dell’andare a teatro e altre segnalazioni
Della cosa del mangiare insetti ho accennato in precedenti edizioni della newsletter. La mia opinione in poche parole? In generale più cose possiamo mangiare – o far mangiare agli animali di cui ci cibiamo –, meglio è per noi e per l’ambiente, ma una dieta a base di insetti si scontra, almeno in Europa, con una forte resistenza culturale e sarebbe ingenuo pensare che gli insetti siano la soluzione ai problemi di sicurezza alimentare con cui ci dovremo confrontare.
Detto questo: l’argomento è, come si dice in questi casi, divisivo. Nel senso che ci si litiga con toni accessi e poca cura per i dettagli. L’ideale per un po’ di disinformazione, come spiegano su Facta. Per fare un po’ di ordine – il che non significa convincere le persone a mangiare insetti –, segnalo due podcast: Radio CICAP con Enzo Moretto e Ci vuole una scienza di Mautino e Menietti.
Già che parliamo di CICAP, nei giorni scorsi è stato presentato il nuovo logo:
In realtà non si tratta solo di un logo, ma di una nuova identità visiva sviluppata in collaborazione con l’Istituto europeo di design. Per i curiosi c’è il video della presentazione, anche se è bene avvisare: i designer vanno un po’ di supercazzole, per quanto autoironiche.
Sempre a tema CICAP, nel senso che l’astrologia è una delle pseudoscienze di cui l’associazione si occupa da anni, ho scritto una cosa su una collana di libri pubblicata dal Corriere della Sera.
Nei giorni scorsi sono andato a teatro, scrivendone due recensioni. Una di Azul, spettacolo di Daniele Finzi Pasca interpretato da Stefano Accorsi sul calcio, o meglio sui tifosi del calcio. La seconda, secondo me più interessante, di un Ulisse Artico che mi ha ispirato una riflessione su come è difficile raccontare il riscaldamento globale.
A proposito di caldo e freddo: se vi siete già chiesti cosa è la temperatura percepita, ecco una bella e interessante spiegazione di Andrea Ferrero. E già che ci siamo: la storia dei cosmonauti Vjačeslav Zudov e Valerij Roždestvenskij e della loro sfortunata missione.
Chiudiamo con due cose di tecnologia. La prima è sulle intelligenze artificiali: dopo i primi entusiasmi, i modelli di linguaggio – insomma, gli algoritmi che scrivono cose – si stanno scontrando con la realtà di errori e figuracce. E il vero problema potrebbe essere che funzionano fin troppo bene. Infine Paolo Attivissimo ha tradotto un testo di Cory Doctorow sulla enshittification, termine che potremmo tradurre con immerdificazione, ovvero perché i servizi online commerciali diventano tutti tossici.
Questa edizione della newsletter finisce qui; se vi è piaciuta potete consigliarla o condividerla con altre persone…
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Ci leggiamo tra sette giorni.
No, non sono andato a Londra in vacanza, ma un fedele lettore di questa newsletter sì e mi ha mandato questa foto.