Ciao,
sono Ivo Silvestro e questa è la 13ª edizione della mia newsletter. Oggi parliamo di social media, bufale, errori statistici, volontari animali e unità di misura.
Ma prima una foto: una prospettiva un po’ inquietante – ci vedo bene le gemelline di Shining – del ponte che collega le due sponde del torrente Capriasca, non lontano da casa mia.
Bufale, paradossi, statistica
L’emittente privata teleticino ha realizzato uno speciale sulle fantasie di complotto1 che secondo me merita una visione. Cosa mi è piaciuto: come vengono analizzate le responsabilità dei media e le ricerche presentate dagli esperti. Cosa non mi è piaciuto: l’aver sentito, più per facile folklore che reale necessità, pure degli svitati.
Sempre in tema bufale, ho recentemente scoperto che per un buon millennio la statua equestre di Marco Aurelio, quella in Piazza del Campidoglio a Roma, non era una statua di Marco Aurelio ma di Costantino. Quando ho segnalato la cosa sui social media mi è stato segnalato un altro possibile scambio illustre: alcuni sostengono che le spoglie di Alessandro Magno siano a Venezia, scambiate per i resti di San Marco. La segnalo come cosa curiosa, perché di prove non ce ne sono.
Chiudiamo questa parte dedicata alle bufale con un video che ho recentemente rivisto. Si tratta dell’intervento di Marco Malvaldi al CICAP Fest Convegno nazionale del CICAP di qualche anno fa sugli usi perversi della statistica che sono alla base di diverse bufale oltre che di numerosi errori in buona fede:
Malvaldi parla della fallacia del procuratore, di miracoli, del teorema di Bayes e a un certo punto anche del paradosso di Simpson. Questo paradosso è interessante perché come un trend nella popolazione generale possa convivere con trend opposti in sottogruppi se questi variano. Tipo che aumentano i tumori tra i giovani e gli anziani, ma paradossalmente diminuiscono nella popolazione generale – e la cosa può verificarsi anche con i ricoveri nelle persone vaccinate, come ho accennato in una risposta su Quora.
Un po’(dcast) di scienza
Le Scienze è una gran bella rivista di divulgazione scientifica. E hanno fatto un podcast intitolato Paper. Realizzato da Federica Sgorbissa, racconta cosa sono, come vengono fatti e pubblicati questi famosi articoli scientifici che tutti citano. Non ho ancora ascoltato tutte le puntate, ma le prime sono molto interessanti e ben fatte, parlando sia di aspetti positivi che di quelli negativi. Unico neo trovato finora: c’è la pubblicità e, tra quelle a rotazione, c’è pure un integratore alimentare pseudoscientifico – motivo in più per apprezzare i podcast che realizza Il Post, tra cui Ci vuole una scienza, liberi e senza pubblicità grazie agli abbonati.
Sul New York Times un lungo articolo su come fare ricerca etica sugli animali: se sei convinto che creature come i polli, generalmente considerati stupidi, hanno una vita psichica ricca che li rende meritevoli di protezione se non addirittura di diritti, non puoi studiarli senza chiedere loro il permesso. Ed è quello che fanno in una fattoria protetta.
La comunità scientifica ha adottato dei nuovi prefissi per numeri molto grandi e molto piccoli: molto dopo kilo-, mega-, giga- abbiamo adesso ronna- e quetta- che indicano numero con 27 e 30 zeri (e ronto- e quecto- per le frazioni). L’aspetto terminologico è discusso su Terminologia etc; dal punto di vista scientifico ci avviciniamo, almeno per quanto riguarda il molto piccolo, alla costante di Planck oltre la quale non è possibile misurare2 e comunque pare che neanche i ricercatori usino questi prefissi preferendo la notazione scientifica.
Chiudiamo con i social media
All’Università della Svizzera italiana si è discusso di social media e libertà fondamentali; un resoconto lo si trova qui. E partendo da quell’incontro ho scritto una cosa sui casini che stanno accadendo su Twitter.
Questa edizione della newsletter finisce qui; se vi è piaciuta potete consigliarla o condividerla con altre persone…
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Ci leggiamo tra sette giorni.
“Fantasie di complotto” è un termine che mi piace perché sottolinea da una parte l’insensatezza del cospirazionismo tipo “c’è un piano per sterminarci col 5G e i vaccini” senza presupporre che non esistano complotti veri. Che io sappia, il termine si deve a Wu Ming e tempo fa ho avuto il piacere di intervistare Wu Ming 1 proprio su questi temi.
Amici fisici non odiatemi per questa semplificazione.