Ciao,
sono Ivo Silvestro e questa è la 19ª edizione della mia newsletter. Oggi parliamo del meteorite El Ali (ma è più bello il nome “Crepuscolo”), di neve che non c’è, di Avatar 2 e di quello diciamo sul mangiare insetti.
Ma prima una foto:
È un biglietto della fortuna o come si chiamano poi quelle cose che nei film trovano nei biscotti dei ristoranti cinesi. La frase motivazionale è stata leggermente fraintesa da mia figlia (9 anni): “Papà ma vuol dire che bisogna prendere a calci e schiaffi le persone?”.
Cose che cadono dal cielo
Settimane fa avevo visto la notizia di minerali sconosciuti trovati in un asteroide. Ed ero subito passato ad altro, convinto di trovarmi di fronte a un caso di “sensazionalismo scientifico”, dove uffici stampa e giornalisti si mettono d’accordo per essere sexy, mandando al diavolo l’accuratezza.
Poi su richiesta di un fedele lettore di questa newsletter ho approfondito e la storia di El Ali – questo il nome del meteorite – è molto interessante.
Iniziamo da un ritratto del protagonista:
El Ali deve il suo nome dalla località somala dove è caduto diversi anni fa. Quanti? Direi almeno un secolo, visto che la popolazione locale conosce El Ali da circa sei generazioni, dedicandogli canti e poemi e chiamandolo “Crepuscolo”.1 E usandolo per affilare coltelli, visto che il meteorite – uno tra i più grossi arrivati intatti sulla terra – è composto in buona parte di ferro. Che El Ali provenisse dallo spazio lo si è appurato solo nel 2020, quando il meteorite è stato identificato come tale e trasportato nella capitale da una compagnia mineraria. E già questa è una storia che merita di essere raccontata. Ma non è finita qui.
Campioni del meteorite sono circolati in vari istituti di ricerca, inclusa l’Università di Alberta in Canada. E qui è avvenuta la scoperta di due minerali quasi sconosciuti, battezzati elaliite and elkinstantonite. Il primo nome deriva da quello del meteorite e della località in cui si trovava; il secondo da Lindy Elkins-Tanton, professoressa alla Arizona State University ed esperta di formazione planetaria.
Perché ho detto che i minerali erano “quasi sconosciuti”? Perché in realtà negli anni Ottanta sono stati sintetizzati in laboratorio, ma si pensava che non esistessero in natura. E per avere un nome i minerali devono essere scoperti, non inventati. Comunque proprio il fatto che i due minerali fossero già stati sintetizzati ha permesso una rapida identificazione; c’è infatti un terzo minerale la cui identificazione è ancora in corso. E non è da escludere che ulteriori campioni di El Ali potrebbero contenere altre sorprese… solo che non c’è più. Il governo somalo non l’ha acquistato e così El Ali sembra essere finito in Cina per essere venduto a collezionisti privati.
In tutto questo, la mia simpatia va ai pastori somali che cantavano storie su Crepuscolo.
In ogni caso, dubito che uno di questi minerali alieni cambieranno i destini dell’umanità: è la trama per un racconto di fantascienza e un pessimo modo di fare sensazionalismo scientifico. Però scoprire che questi materiali si sono formati nello spazio aiuta a comprendere meglio la storia del Sistema solare. E qui arriva la notizia di un altro meteorite, questa volta britannico: non ha una storia interessante come Crepuscolo, ma in questo sasso spaziale del Gloucestershire sono state trovate molecole organiche. Materiale che potrebbe dirci qualcosa sull’origine della vita.
Riferimenti.
L’annuncio della scoperta dei nuovi minerali fatto dall’Università di Alberta. La voce di Wikipedia inglese su El Ali (c’è anche in italiano ma con meno informazioni). La scheda di El Ali sul Meteoritical Bulletin. Un articolo sul meteorite del Gloucestershire.
Le altre storie di questa settimana
Parliamo di neve (finché ce n’è)
Con un certo ottimismo anche quest’anno ho fatto lo skipass stagionale, ma ormai la mancanza di neve in bassa e media montagna2 non è più un evento eccezionale ma è la norma. E se i cannoni possono aiutare nei casi eccezionali, servono a poco quando il problema sono la temperatura e l’umidità più alte, senza dimenticare i costi sempre più elevati. Lo spiega bene l’amico Jacopo Pasotti citando anche il caso di Andermatt dove l’ampliamento della stazione sciistica si sta rivelando una scelta miope.
Dove la domanda principale è se conviene sfruttare le piste fino all'ultimo fiocco, e poi restare all'asciutto di neve e dei turisti, o invece operare una transizione verso forme di turismo invernale alternative e sostenibili nel tempo.
Piccola aggiunta personale: in questo discorso di riconversione del turismo di montagna c’è qualcosa che non mi convince del tutto, pensando soprattutto a come il messaggio rischia di passare. Si dà per scontato che ormai non c'è niente da fare per salvare la neve in bassa montagna e l'adattamento non è "più cannoni" ma "un turismo diverso". Il che è molto probabilmente vero, ma significa anche che la lotta al riscaldamento globale diventa un "chiudere la stalla quando i buoi son già scappati", una cosa che in ogni caso non salverà le località sciistiche per cui amen, adattiamoci agli inverni senza neve e continuiamo a inquinare.
Luddismo digitale e lotta di classe
Adoro i fumetti di Zach Weinersmith:
PZ Myers non insegnerà più l’anticreazionismo
PZ Myers è un biologo statunitense noto, almeno da me, soprattutto per il suo impegno a favore del razionalismo – il che, per un biologo che sta negli Stati Uniti, significa soprattutto avere a che fare con il creazionismo e le sue varianti contemporanee tipo Intelligent design.
Ebbene, dal prossimo semestre PZ Myers non parlerà più di creazionismo nel suo corso universitario. Una lezione (sulle trenta del corso) era infatti dedicata alle obiezioni religiose alla teoria dell’evoluzione ma gli studenti hanno affermato che “il professore perde troppo tempo a parlare di creazionismo”. E lui è tutto contento di poter ignorare queste assurdità.
Avatar, effetto Ikea della disinformazione
Prima di chiudere, alcune cose che ho scritto sul blog.
Ho visto il secondo Avatar: molto bello, ho persino apprezzato gli imbarazzanti buchi di sceneggiatura (se il prossimo film lasciano perdere la trama e mettono solo le scene che a Cameron piace girare secondo me è meglio).
Poi una cosa sul mangiare insetti, o meglio su come alcune persone hanno preso la notizia che in Europa si potranno mangiare insetti (in Svizzera è così già da qualche anno).
Se in casa avete un mobile Ikea, potreste attribuirgli un valore maggiore perché lo avete montato voi – nel senso che siete disposti a pagarlo di più di un oggetto identico costruito da un professionista e che vi aspettate che pure gli altri siano disposti a pagarlo di più. È il cosiddetto “effetto Ikea” e potrebbe avere un analogo cognitivo, portandoci a considerare i risultati di “ricerche fai da te” più affidabili di quelle degli esperti. Un’ottima risorsa per chi vuole diffondere disinformazione e fantasie di complotto.
A proposito di disinformazione e fake news: sono sempre più affascinato da come certe persone vivano in una realtà alternativa, quasi un universo parallelo di certi racconti di fantascienza. Non dico avere opinioni diverse, avere interessi particolari eccetera, ma proprio non condividere la stessa realtà. Per dire, i disordini al parlamento brasiliano dei giorni scorsi e le similitudini con quanto avvenuto a Washington due anni fa: non è che in entrambi i casi abbiamo lo stesso tipo di persone mosse da discorsi praticamente identici sul “voto rubato”, ma un finto golpe inscenato da Biden e Lula per affossare l’opposizione. Il tutto basandosi su due tizi vestiti in maniera simile che dimostrerebbe come gli uomini di Biden abbiamo “passato i piani” agli uomini di Lula. Foto che ovviamente si rivela fuori contesto. Sugli eventi di Brasilia segnalo un commento di Roberto Antonini.
Questa edizione della newsletter finisce qui; se vi è piaciuta potete consigliarla o condividerla con altre persone…
… e volendo potete anche fare una piccola donazione:
Ci leggiamo tra sette giorni.
Almeno credo: nei media è riportata la traduzione inglese “Nightfall”.
Diciamo fino a 2000 metri di quota.