Ciao,
sono Ivo Silvestro e questa è la mia newsletter di inizio settimana, in cui segnalo alcune storie interessanti per alleviare l’inevitabile tedio del lunedì mattina.
Ma come sempre, prima di iniziare, una foto: un sentiero parzialmente ostruito da una piccola valanga primaverile.
E se il problema delle democrazie non fosse l’intelligenza artificiale?
AI-based disinformation is probably not a major threat to democracy di Dan Williams, Conspicuous Cognition
L’articolo è di un annetto fa e sì, pensando a come cambiano velocemente le cose con l’intelligenza artificiale sembra un po’ come parlare della fotografia contemporanea citando qualcosa scritto ai tempi dei rullini Kodacolor. Ma l’articolo l’ho scoperto solo ieri e mi sembra ancora attuale.
Wilson propone quattro argomenti sul perché l’intelligenza artificiale – o meglio la disinformazione prodotta dall’IA – non è il problema più grave per la tenuta del sistema democratico. E mi sono piaciuti in particolare gli ultimi due. L’ambiente mediatico è altamente competitivo e guidato dalla domanda: per avere successo, i produttori di contenuti devono conquistare fiducia e attenzione in un contesto dove i concorrenti sono pronti a distruggere la loro reputazione. L’establishment avrà sempre accesso a forme di IA più potenti rispetto alle fonti anti-establishment: il vero rischio potrebbe quindi essere l'opposto, un eccessivo consolidamento delle narrative dominanti.
No, non ho ancora visto ‘Adolescence’. Ma Southport non c’entra
La bufala sull’omicidio che avrebbe ispirato “Adolescence” di Il Post
Uno dei motivi per cui mi riconosco nel dodo è che sono spesso “fuori tempo” – non me ne faccio un vanto, semplicemente capita. Ho visto Dr. House quando la serie era ormi finita e nessuno ne parlava più, Trono di spade l’ho iniziato anche lui in ritardo e abbandonato alla quarta o quinta stagione e una cosa simile sta accadendo con Adolescence. In attesa di riuscire a vederla e condividere le approfondite analisi sul ruolo del panino con i sottaceti nelle quali mi imbatto in questi giorni, segnalo qui una piccola e significativa bufala che sta girando intorno alla serie tv. No, la serie tv non è ispirata dall’attacco di Southport – del quale avevo già scritto –, avvenuto quando il progetto era già in lavorazione, e quindi non c’è stato nessuno “cambio di colore” del protagonista per questioni di politicamente corretto.
Parole geneticamente modificate
Il dibattito sulle TEA è sia scientifico che politico di Gabriela Galindo e Jelena Potorič, Radar
C’erano una volta gli OGM che, almeno qui in Europa, non voleva nessuno con argomenti non sempre solidi (o, per dirla senza giri di parole, con bufale antiscientifiche che non dovrebbero trovare spazio nel dibattito pubblico). Poi si migliorano le tecniche esistenti, se ne sviluppano di nuove ed ecco che nascono le TEA, le Tecniche di Evoluzione Assistita che sono una novità sia dal punto di vista tecnico-scientifico, sia da quello politico e sociale visto che il nome rassicurante dovrebbe aiutare ad evitare sia regolamentazioni poco sensate sia l’opposizione dell’opinione pubblica. Una storia interessante per capire il rapporto tra scienza e società (e l’importanza di migliorare le colture a nostra disposizione nel miglior modo possibile).