Tre storie interessanti con cui iniziare la settimana
Una newsletter speciale per il lunedì mattina
Ciao,
sono Ivo Silvestro e questa non è un’edizione normale della mia newsletter settimanale, ma un’idea per recuperare un po’ di tempo perso con la sospensione della newsletter: segnalare alcune storie interessanti per alleviare l’inevitabile tedio del lunedì mattina.
Ma come sempre, prima di iniziare, una foto: un carro di carnevale.
E tu come lo cucini?
Raisins or not? Pudding debate splits island nation di Gemma Handy, BBC
Ok, che il cibo non sia solo questione di calorie e nutrienti non stupirà nessuno. Ma è ugualmente affascinante scoprire certi fenonemi in luoghi remoti come Antigua e Barbuda – più che altro perché non essendo direttamente coinvolti come ad esempio per la “vera” ricetta della carbonara, riusciamo magari a essere un po’ più obiettivi nel vedere come il cibo si intrecci con l’identità e l’autenticità.
In ogni caso mi è venuta voglia di assaggiare questo “ducana”, nonostante il timore di chiedere se ci va o no l’uva passa.
Scherzavo
Da dove viene la storia di Rose Villain secondo cui non siamo mai stati sulla Luna di Francesca Capoccia, Facta
Tra le poche cose che so di questo festival di Sanremo è che era in gara una cantante di nome Rose Villain che ha detto di non credere che l’uomo sia mai andato sulla Luna.
Della vicenda, riassunta in modo equilibrato in questo articolo, non mi colpisce tanto che una cantante non abbia approfondito un evento come le missioni Apollo – direi anzi che è normale –, quanto la leggerezza con cui direi tutte le persone coinvolte hanno affrontato l’argomento. La domanda sulla credenza nell’allunaggio come semplice intrattenimento e occasione per “fare un po’ di casino” e magari coinvolgere anche chi (come il sottoscritto) non sarebbe stato raggiunto da notizie su Sanremo e Rose Villain. Che ha perfettamente riassunto il tutto con il fatto che scherza sempre.
Com’era verde il mio lago
Lake Victoria is turning green – the deadly bacteria behind it di Lauren Hart, George S Bullerjahn, Gregory J. Dick e Kefa M. Otiso, The Conversation
Un lago, alla fine, non è altro che una grande pozzanghera. Ma le dimensioni contano e dell’acqua dei laghi bene o male ci si può fidare, quanto a qualità. Ultimamente non è così: per un insieme di fattori tra cui l’intensificarsi di agricoltura e urbanizzazione, i laghi stanno diventando sempre più simili a pozze in cui proliferano cianobatteri. Qui si parla del Lago Vittoria, che quanto a dimensioni non scherza (è il secondo al mondo), ma il fenomeno è presente ovunque. Non è solo questione di colore: i cianobatteri producono sostanze tossiche – magari tra di esse troveremo un qualche nuovo farmaco, ma mi pare il passaggio aggiunto perché agli autori è stato segnalato di mettere nell’articolo anche una buona notizia.