Ciao!
In questa edizione della newsletter parleremo di memoria, della morte di un filosofo, di astrologia e – inevitabilmente, viste le recenti e infauste elezioni italiane – di democrazia.
Prima, però, la foto di una scritta che ho trovato di buon auspicio, quantomeno rispetto alla media delle cose che uno trova alla fermata del bus:
Un’intervista a Telmo Pievani e altre cose
Il filosofo della biologia Telmo Pievani ha pubblicato La natura è più grande di noi, una raccolta di saggi scritti per La lettura che parlano, appunto, della natura o meglio del rapporto tra esseri umani e natura, interpretato alla luce della pandemia e soprattutto dell’evoluzione. Avevo scritto una recensione del libro; adesso ho avuto l’opportunità di intervistare direttamente l’autore che domani (sabato 1º ottobre) sarà a Bellinzona per una conferenza.
L’intervista vera e propria è pubblicata da laRegione: si parla dell’importanza di avere lo “sguardo del tempo profondo” dell’evoluzione, di tutela della natura e anche di altre forme di intelligenza (un tema affascinante sul quale mi piacerebbe tornare). Ma due domande erano rimaste fuori e così le ho messe sul blog: la prima riguarda gli errori nella comunicazione della scienza e la seconda i Jova Beach Party che questa estate sono stati al centro di diverse polemiche per il forte impatto ambientale.
A proposito di natura: con Federica De Rossa, professoressa di diritto all’Università della Svizzera italiana e da poco nominata giudice al Tribunale federale, ho lavorato a un articolo sulla sostenibilità; è un po’ tecnico ma secondo me interessante per capire cosa può fare il diritto per favorire le varie forme di sostenibilità.
Sempre per l’USI ho seguito una serata dedicata ad adolescenti e smartphone in cui sono stati presentati alcuni risultati di uno studio condotto in Ticino. In breve: la situazione non è così tragica come si potrebbe pensare, c’è un impatto sul rendimento scolastico ma riguarda gli abusi, non un uso equilibrato delle tecnologie.
E finalmente arriva l’omino del Monopoly
L’omino raffigurato nel logo del Monopoly è uno dei simboli del capitalismo, con il suo abito elegante, il farfallino, i baffi e il monocolo. Sono che il monocolo non c’è e non c’è mai stato – nonostante tutti noi ce lo ricordiamo perfettamente.
È un caso di “falso ricordo condiviso” conosciuto anche come “effetto Mandela” perché sembra che la prima descrizione riguardasse la (mai avvenuta) morte in carcere di Nelson Mandela negli anni Ottanta.
Che una persona possa avere un falso ricordo è relativamente semplice da spiegare: ci si sbaglia. Ma quando più persone hanno lo stesso falso ricordo c’è qualcosa in più da indagare e magari, nella ricerca di una singola spiegazione, qualcuno potrebbe tirare in ballo l’inconscio collettivo di Jung. Tuttavia potrebbero esserci più fattori legati ad aspettative, ragionamenti impliciti eccetera, come spiegano Deepasri Prasad e Wilma Bainbridge su The Conversation.
Kripke, chi era costui?
Nelle scorse settimane è morto il logico e filosofo Saul Kripke, un nome che ha accompagnato una buona parte dei miei studi in filosofia. E scrivo “accompagnato” proprio perché era sempre lì, citato, discusso e criticato ma alla fine non ho mai fatto un corso vero e proprio sul pensiero di Kripke e ho letto poche cose sue. E così non me la sono sentita di scrivere nulla, pensando che lo avrebbe fatto qualcun altro più titolato di me.
Ci è voluto un po’ ma finalmente è accaduto: Andrea Raimondi su L’Indiscreto ha pubblicato un bel ritratto di Kripke. A dirla tutta esagera un po’ nei toni agiografici, si perde in polemiche contro i filosofi continentali, ma spiega abbastanza bene la questione dei mondi possibili e dei nomi come designatori rigidi.
Astrologia, pandemia, democrazia
La disinformazione può essere pericolosa. Ma a volte è soprattutto divertente ed è il caso di un articolo pubblicato dall’ineffabile Fatto Quotidiano. Ne allego una copia, un po’ perché così è circolata negli ambienti di noi scettici allegri, un po’ per evitare clic:
Non penso sia il caso di ricordare i precedenti della dottoressa Gismondo; quest’articolo in cui si cercano nell’astrologia (chiamata impropriamente astronomia, ma alla fine è il meno) le cause delle pandemie, Covid-19 incluso, penso basti e avanzi. Leggendolo la prima volta pensavo a un pezzo ironico uscito male, una critica delle indagini fatte sull’origine del coronavirus fatte talmente male da avere affidabilità e plausibilità dell’astrologia. Ma il lungo elenco di pandemie e congiunzioni astrali fatto, insieme alla chiusa sul fatto che si dovrebbe valutare qualsiasi possibilità, lasciano pochi dubbi.
Consoliamoci un po’Continuiamo a deprimerci con la politica. Niente analisi del risultato delle elezioni italiane, però due cose le ho scritte lo stesso, pensando a quelli che incolpano di tutto la legge elettorale (che è pessima, ma lo è per tutti) e soprattutto sul voto utile, meglio noto come “il meno peggio”.
E per guardare ai problemi della democrazia con uno sguardo un po’ più ampio, su Naufraghi ho trovato una interessante articolo sulla “moralità aziendale”, quella “responsabilità sociale delle imprese” che a sentire alcuni sarebbe la soluzione a tutti i mali del mondo. Che per carità, è bello quando un’azienda non pensa solo ad arricchirsi e miliardari investono parte dei loro sudati risparmi in opere di bene. Ma lo fanno decidendo loro cosa fare e non fare il che, nel caso si ritrovassero ad avere il monopolio della socialità, non è il massimo:
Rhodes è giustamente critico nei confronti di un sistema che consente ad aziende e individui di privare i governi democraticamente eletti dei fondi per perseguire i loro obiettivi politici. Questo sistema consente agli stessi imprenditori di “determinare il futuro dei cittadini del mondo” incanalando la loro ricchezza in progetti scelti in base “ai loro capricci e alle loro predisposizioni personali”.
Un grazie a chi è arrivato a leggere fino in fondo e a settimana prossima.