Grokipedia potrebbe non essere poi così brutta
La newsletter numero 152 del 31 ottobre 2025
Ciao,
sono Ivo Silvestro e questa è la 152ª edizione della mia newsletter settimanale di segnalazioni – che trovate anche nel numero extra del lunedì – e riflessioni.
Oggi parlo di Grokipedia, di Halloween e di cambiamenti sul cambiamento climatico.
Ma prima una foto: le infradito con i calzini dei samurai.1
Comprereste una enciclopedia da quest’uomo?
Il 27 ottobre sarà ricordato come il giorno del lancio di Grokipedia.
Ok, no, non è vero. Intanto perché il 27 ottobre è successo ben altro, e poi non scommetto più di tanto sulla riuscita di questo strano progetto che sospetto scomparirà a breve.
Se non sapete cosa è Grokipedia: è l’enciclopedia online realizzata tramite Grok, l’intelligenza artificiale da Elon Musk, quello di Tesla, quello del Department of Government Efficiency, quello che si è comprato un social network per diffondere e difendere le sue fantasie di complotto preferite, eccetera eccetera eccetera. E tutto parte proprio da lì, dal fatto che la “cultura ufficiale”, di fronte a quelle fantasie di complotto, non può far altro che sottolinearle l’infondatezza.
Da qui l’idea di creare una enciclopedia che, grazie al modello di IA generativa sviluppato da Musk, “purificherebbe la propaganda” presente su Wikipedia.
Intendiamoci: se parliamo del fatto che la “versione ufficiale”2 non è oggettiva, sono completamente d’accordo. È quella che viene chiamata “conoscenza situata”, con un particolare punto di vista e anche i suoi pregiudizi come ho già scritto in almeno due occasioni. Solo che tutte le conoscenze sono così: pensare di poter raggiungere un “punto di vista esterno”, magari con l’uso di una intelligenza artificiale, è una pericolosa illusione. Ed è proprio quello che ha in mente Musk.
Come sta andando? Decisamente male, a leggere quello che hanno scritto Tim Brady, Reece Rogers su Wired e Jason Koebler su 404media.
Intanto è lunga e piena di informazioni inutili o comunque poco significative. “Chi se ne frega dei dettagli di cosa ho fatto alla Sun Microsystems tra il 2004 e il 2010?” ha osservato lo sviluppatore e attivista Tim Brady, a proposito della voce a lui dedicata. L’IA di Musk evidentemente ha problemi a capire quali informazioni sono rilevanti e quali no.
Ha anche problemi a capire cosa è vero e cosa è falso, visto che sempre nella voce dedicata a Tim Bray ci sono errori in praticamente ogni paragrafo; alcune sono imprecisioni che solo il diretto interessato nota, altre sono contraddizioni evidenti. E i documenti indicati (e linkati) come fonti spesso non contengono l’informazione riportata.
Poi ci i problemi che per Musk sono probabilmente dei punti di forza, come il bias politico marcatamente di destra (l’articolo di Wired ha diversi esempi anche imbarazzanti).
Come ha riassunto Koebler, Grokipedia è l’antitesi di tutto ciò che rende Wikipedia utile: nessuna trasparenza su come gli articoli vengono generati, nessuno storico delle modifiche, nessuna discussione tra editor, nessun collegamento interno, nessuna foto.
Forse ha ragione Francesco D’Isa: l’obiettivo di Musk non è avere una enciclopedia schierata, ma avere una IA ideologicamente schierata. Grokipedia serve semplicemente a fornire materiale vagamente presentabile con cui istruire Grok. La cosa ha senso: le IA sono sempre più spesso usate per informarsi.
Un sistema chiuso che dovrebbe far sembrare le teorie preferite di Musk documentate” e “neutre” perché citate da un’enciclopedia. D’Isa è scettico, sulla riuscita di questo progetto:non puoi inserire falsità in un sistema senza degradare tutto.
Tuttavia ci vedo del buono, nel progetto.
Perché se è vero che Grokipedia è fredda, prolissa e imprecisa — tralasciamo i bias politici che paiono inseriti in un secondo tempo —, è anche vero che alcune voci di Wikipedia sono incomplete o scritte male. È inevitabile: sono le persone, a scrivere Wikipedia, secondo le proprie capacità, le proprie conoscenze e la propria disponibilità.
Sono convinto che già adesso diverse persone usino delle IA per la redazione delle voci di Wikipedia. Ma possiamo immaginare un passo successivo: una enciclopedia alternativa dove una comunità di esseri umani discute e decide su quali temi e voci lavorare, quali fonti usare e quali istruzioni dare a una IA che poi genera il testo (di nuovo revisionato dalla comunità). Si potrebbero anche prevedere vari livelli, magari personalizzando al volo quanto nei dettagli entrare.
Non è chiaramente quello che ha in mente Elon Musk e Grokipedia non sarà mai una cosa del genere (ammesso che sarà davvero qualcosa e non verrà abbandonata da qui a qualche mese). Ma potrebbe comunque essere un progetto interessante.
Per ricorrere a un fastidioso calco dall’inglese, “le IA generative sono qui per restare”. Considerarle un male in generale, demolendo i brutti progetti che ne fanno uso — e Grokipedia è certamente un brutto progetto che usa l’intelligenza artificiale — senza considerare possibili lati positivi è secondo me un errore.
In poche parole
È Halloween e per imperscrutabili motivi il rito d’importazione del “dolcetto o scherzetto” gode di maggior popolarità di quelli autoctoni di Ognissanti.
Capisco che la cosa possa infastidire i tradizionalisti, ma non credo sia proprio necessario immaginarsi riti satanici per non voler festeggiare Halloween.
Bill Gates ha cambiato idea sul cambiamento climatico. Ha “un po’” cambiato idea, come ha titolato Il Post, e mi sono letto l’articolo che ha pubblicato sul suo sito.
Le cose che scrive mi paiono condivisibili. Anzi mi paiono condivise, nel senso che c’è un certo consenso, all’interno della comunità di chi si occupa di clima, nell’evitare toni apocalittici, nell’importanza di adattarsi, nel tenere conto delle diseguaglianze e della qualità della vita eccetera. Magari Gates e la sua fondazione non facevano così, finora: non conosco così bene le loro attività, ma dubito si tratti di un riorientamento radicale. Gates lo presenta come “un nuovo modo di guardare al problema” (a new way to look at the problem), ma ho l’impressione che sia più un nuovo modo per presentare le proprie attività, adattandosi almeno in parte alla retorica trumpiana. Spero funzioni.
In pochissime parole
Trump Action Tracker, tutto quello che sta facendo l’attuale presidente USA.
Che poi dovremmo anche capire cosa è, questa conoscenza ufficiale.



