Ciao,
sono Ivo Silvestro e questa è la mia newsletter di inizio settimana, in cui segnalo alcune storie interessanti per alleviare l’inevitabile tedio del lunedì mattina.
Ma come sempre, prima di iniziare, una foto: una frana estiva.
Le fotografie non hanno mai detto la verità
Did the Camera Ever Tell the Truth? di Maximilien Van Aertryck e Axel Danielson, New York Times
Come molti, sono preoccupato per l’impatto che le immagini generate dalle IA possono avere sul “potere veridico” di fotografie e illustrazioni – insomma, sulla loro capacità di dirci la verità.
Tuttavia, la convinzione che cambierà qualcosa, nel nostro rapporto con le immagini, non deve farci idealizzare il passato: sarebbe un errore pensare che prima dell’arrivo di Midjourney e altri servizi simili le fotografie dicevano la verità o che il problema, per quanto riguarda immagini e verità, riguardi unicamente la facilità con cui oggi possiamo generare un’immagine realistica ma irreale. Questo breve film – estratto di un documentario più lungo – lo mostra bene: le fotografie non hanno mai detto la verità, basta modificare il punto di vista per mentire e il problema è l’ecosistema informativo che punta tutto sulle emozioni primarie.
Una cosa che vale la pena citare: non potendo filmare la vera incoronazione di Eduarco VII all’Abbazia di Westminster, Georges Méliès ne filmò una falsa in studio. Nel 1902.
La fine del capitalismo arcobaleno
We’ve Reached Rainbow Capitalism’s End di Aaron Hicklin, New York Times
Ecco un articolo che avrei dovuto citare nella newsletter di venerdì, se l’avessi letto prima. Rimedio qui perché è una lettura molto interessante che completa il mio discorso sulla ritirata delle aziende dal sostenere il messaggio dell’orgoglio LGBTQ.
Un bel passaggio: “L'arrivo dei biscotti Oreo marchiati Pride nel 2020 ha segnato un'evoluzione significativa: siamo passati da deviazione sociale e sessualità trasgressiva alla rispettabilità della corsia del supermercato. Ma le campagne di marketing sono così: cercano di spingere il prodotto, non la cultura. E quando la cultura va in un'altra direzione, come è successo soprattutto dopo l'elezione di Trump, l'alleanza delle aziende si trasforma in snobbismo”.