Ciao,
sono Ivo Silvestro e questa è la 107ª edizione della mia newsletter settimanale di segnalazioni e riflessioni.
Oggi parliamo di un Asimov fuori commercio, di movimenti politici anti-woke, di meteo e di quel che non sa Janet Jackson.
Ma prima una foto:
È un particolare del portale sud della galleria autostradale del San Gottardo, fotografata durante una giornata di porte aperte al cantiere per il “secondo tubo”.
La terra non è piatta, ma…
L’altro giorno il maestro di scuola di mia figlia ha chiesto di portare in classe i “libri sullo spazio” eventualmente presenti in casa. Ovviamente abbiamo dovuto fare una selezione – ed è stata l’occasione per prendere, oltre ad alcune pubblicazioni recenti, anche i libri acquistati quando ero io ragazzo ed è stata una piacevole sorpresa vedere quanto poco sia invecchiato L’universo di Colin Ronan, forse non dal punto di vista dei contenuti scientifici (immagino che dopo trent’anni qualcosa sia “scaduto”) ma certamente da quello dell’esposizione, con testi semplici e rappresentazioni grafiche molto chiare.
È stata anche l’occasione per rispolverare un paio di raccolte di saggi brevi che Isaac Asimov aveva pubblicato su varie riviste. Asimov iniziava ogni saggio con un piccolo aneddoto personale, dal quale poi passava con invidiabile disinvoltura a un tema scientifico: incontrava F. Murray Abraham in un ristorante, lo stremava parlandogli di quanto grande fosse stato in Amadeus di Miloš Forman e poi, partendo dalla differenza tra attore e personaggio, partiva con le differenze tra asteroidi e comete.
Sfogliando Grande come l’universo, mi sono imbattuto in un saggio un po’ diverso e che infatti è stato messo in una sezione a parte, intitolata “Qualcosa in più”. Nessun aneddoto personale, qui, ma una lettera di un laureando in letteratura inglese che gli rimprovera una affermazione avventata: Asimov avrebbe infatti incautamente espresso la soddisfazione di vivere in un secolo che ha raggiunto una corretta comprensione delle basi dell’universo. L’anonimo laureando secondo me non ha tutti i torti, nel far notare che Asimov avrebbe potuto esprimere la stessa idea anche se fosse vissuto in altri periodi storici. Ma il laureando non si è limitato a dire che anche il sistema eliocentrico o la teoria dei quattro elementi della materia sono sembrati, e anche a lungo, una “corretta comprensione delle basi dell’universo”, aggiungendo che in futuro si scoprirà che anche le nostre conoscenze sono errate – e qui Asimov si è giustamente scatenato.
Perché – al di là delle facili ironie che abbondano nell’articolo, non solo sullo sventurato laureando ma anche su Socrate e il sistema scolastico – Asimov ha ragione. Innanzitutto perché gli errori non sono tutti uguali: credere che la Terra sia piatta è sbagliato, ma anche credere che sia una sfera è sbagliato visto che la forma è un po’ diversa; i due errori però sono molto differenti. Intanto perché se la Terra è piatta avremmo il problema di un termine della superficie che non si pone con una sfera. E poi perché la Terra piatta è un modello meno efficace di quello della Terra sferica: con la prima ci possiamo fare mappe affidabili per piccoli territori, mentre con la seconda possiamo rappresentare l’intero globo con una buona approssimazione. E, conclude Asimov, in futuro avremo teorie e modelli migliori che però non smentiranno del tutto teorie e modelli attuali.
È un ragionamento molto interessante perché me lo vedo, il giovane laureando che ha scritto ad Asimov, negare che il riscaldamento globale sia opera dell’umanità, che i vaccini siano efficaci eccetera “perché la scienza continua a progredire e un domani…”, senza rendersi conto che solo in rari casi il progresso cancella completamente la conoscenza passata.
Visto che il libro di Asimov è da tempo fuori commercio, segnalo un bell’articolo di Peppe Liberti sull’errore, con puntigliosa analisi di alcuni saggi recentemente pubblicati sull’argomento: Errare è scientifico.
In poche parole
Come si spiega il successo di un partito considerato “anti-woke”, antisistema e xenofobo la cui co-presidente è una consulente aziendale lesbica sposta all’estero con una donna di origini cingalesi? Visto che parliamo di un partito di estrema destra tedesco – cioè di Alternative für Deutschland e di Alice Weidel –, viene subito alla mente il dialogo del Grande dittatore di Chaplin in cui si sogna un mondo biondo “con un unico bruno: il dittatore”.
La questione è ovviamente più complessa dell’eventuale ipocrisia di dirigenti ed elettori, e ho trovato interessante l’analisi di Luigi Amodio su Scienza in rete. La protezione delle persone LGBT+1 può infatti essere funzionale al rifiuto dell’immigrazione soprattutto araba.
Sospetto sia una semplificazione, ma la conclusione dell’articolo è interessante: “quel voto è semplicemente un voto di classe, di chi non sente più alcuna protezione sociale e si sente lasciato solo di fronte all'impazzimento del capitalismo contemporaneo”.
Tempo fa, in una discussione online, ci si era chiesti se il riscaldamento globale rendesse più complicate le previsioni del tempo: certo, “il clima non è la meteorologia”, ma le maggiori energie in gioco potrebbero anche aumentare l’incertezza dei fenomeni atmosferici. Finalmente ho potuto porre la domanda a un esperto: Marco Gaia, responsabile Previsione e consulenze di MeteoSvizzera. E la risposta è no: «Una nevicata o un temporale è facile o difficile da prevedere esattamente come lo era dieci, venti o trent’anni fa. Quello che cambia è la frequenza con cui ci troviamo a prevedere certi eventi».
Il tema dell’intervista2 riguardava comunque l’impiego di algoritmi di intelligenza artificiale nelle previsioni del tempo e sono venute fuori cose interessanti: una volta addestrata con la storia meteorologica di una regione – operazione molto impegnativa –, una IA riesce a fare previsioni senza conoscere le leggi della fisica atmosferica e molto più velocemente di un sistema “tradizionale”.
Per l’intervista a Marco Gaia mi sono fatto assistere da una intelligenza artificiale – anzi, da un paio. Le domande le ho preparate io, improvvisandone una parte durante la conversazione telefonica che ho registrato. Ho poi fatto trascrivere il testo da Transcribe di Microsoft, integrata in Word e infine ho dato in pasto il tutto a Claude.ai chiedendogli di sistemare il testo.
Ha tolto tutte le parti non pertinenti (a un certo punto è caduta la linea, con tutto lo scambio di mi spiace/cose che capitano/cosa stavo dicendo?), sistemato inciampi e ripetizioni e ha persino sistemato alcuni errori della trascrizione originale. Il risultato è stato un testo forse un po’ piatto ma perfetto. Ho messo fianco a fianco la trascrizione grezza e l’elaborato di Claude.ai controllando che non ci fossero errori e per sistemare alcuni passaggi che non mi convincevano del tutto.3
In un’ora e mezza ho sbobinato una intervista di mezz’ora senza compromessi sulla qualità.4
Col riscaldamento globale le previsioni restano più o meno uguali; le stagioni no – perlomeno dal punto di vista meteorologico: equinozi e solstizi restano dove sono sempre stati. E se ci ritroviamo con una primavera più lunga, con l’arrivo sempre più anticipato dei primi germogli, l’autunno al contrario rischia di sparire perché le piante arrivano a settembre già stressate da alte temperature e poca acqua: ne scrive in un lungo e affascinante articolo Roberto Inchingolo sul Tascabile, mettendo insieme aspetti climatici, sociali ed economici – cosa capiterà alle coltivazioni di stagione? – oltre che culturali.
Janet Jackson crede che il padre di Kamala Harris – il giamaicano Donald J. Harris – sia un bianco: la cantante è “una persona dalle condizioni di vita piuttosto privilegiate e con un accesso vantaggioso alla conoscenza del mondo”, come si legge nella newsletter Charlie, eppure è cascata in una delle tante fake news che circolano in questa campagna elettorale.
In realtà non è poi così sorprendente che ci siano persone alle quali l’attualità interessa poco – e credo che sia anche un loro diritto. Non è neanche sorprendente, ma un po’ inquietante sì, che queste persone siano comunque raggiunte dalla disinformazione.
In pochissime parole
La Guinness è tra le birre preferite in Africa. Grazie anche a pubblicità che assecondano la mascolinità.
L’assurdo film di animazione italiano sulla moda al cinema in questi giorni.
Non parlerei qui di “diritti LGBT+”, vista la generale contrarietà al matrimonio egualitario e altre forme di tutela.
Link accessibile: archive.ph/ybAbn.
L’intervistato ha poi rivisto l’intervista proponendo alcune correzioni, nessuna delle quali riguardava però “errori” dell’intelligenza artificiali (o miei).
Avrei dovuto segnalare l’utilizzo di una intelligenza artificiale? Forse sì, ma alla fine il “lavoro creativo” più importante è ancora umano.